Non è l'arena, Fabrizio Corona blasfemo: "Perché non credo in Dio". Giletti senza parole
"Non credo in Dio perché mi sento Dio". Fabrizio Corona non teme di apparire blasfemo: in studio a Non è l'arena, ospite di Massimo Giletti, l'ex re dei paparazzi racconta il suo calvario giudiziario e umano senza alcuna censura.
Dopo aver ripercorso le ore drammatiche in un ospedale psichiatrico, con episodi di cannibalismo e autolesionismo raccapriccianti, Corona ascolta la lettera che in quei giorni gli aveva scritto Adriano Celentano. "Sono rimasto profondamente colpito nel vedere il dolore e la disperazione di una madre che aggrappata alla tua giacca piangeva e ti supplicava di stare calmo - sottolineava il Molleggiato -. Tu hai fatto tante str***e nell vita, la più grossa e direi la più pericolosa è quella di aver indotto i giudici a darti una punizione spropositata. Caro Fabrizio, solo tu puoi aggiustare il sentiero, della tua vita e di tutte le migliaia di persone che ti seguono su Internet. Io ho un'idea: l'inesistente".
L'appello alla Fede di Celentano ha colpito Corona: "Lui è una persona piena di valori, aveva ragione su tutto già quando chiede la grazia per me nel 2015". "L'idea di Celentano era di avvicinarti a Dio", sottolinea Giletti. "Nella sua idea io avrei dovuto staccare da questo mondo, ripulirmi e affidarmi a Gesù - riconosce Corona -. Ma io non credo in Dio perché mi sento Dio". "Questo è uno dei problemi - conferma Giletti con amarezza -. Il peccato originale di Corona è il personaggio Corona".