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Cartabianca, Mauro Corona sconvolge la Berlinguer: "Qua tiriamo giù i morti con la slitta". La verità sull'Italia profonda

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Le elezioni amministrative secondo Mauro Corona. In collegamento con Bianca Berlinguer a Cartabianca su Rai3, lo scrittore montanaro "scende a valle" della politica con i consueti toni spicci, franchi e molto concreti: "Anche io sono andato a votare, siamo 300 anime qui a Erto (sperduto paesino sulle dolomiti friulane, a due passi dal Vajont, ndr). Ha vinto il sindaco uscente. Speriamo che facciano le cose che mancano. Sono trent’anni che tiriamo giù i morti con la slitta da una frazione qui sopra, basterebbero 500 metri di strada". Va bene Salvini, il caso Morisi, i migranti, lo Ius soli, è il sottotesto di Corona, ma alla fine il voto locale tale dovrebbe restare, e si dovrebbe decidere da chi essere governati non in base ai "massimi sistemi" della politica nazionale, ma in base all'esperienza di tutti i giorni. 

 

 

 

 

"Il voto non è il tifo per la squadra di calcio. Il voto significa fiducia nella persona e nel partito. Il voto è fiducia in un miglioramento", è il messaggio di Corona anche in vista dei prossimi ballottaggi, tra due settimane. Certo, come spesso accade in Italia pesa l'incognita giudiziaria che può penalizzare questo o quel candidato.

 

 

 

 

 

 

"La condanna di Mimmo Lucano a 13 anni di reclusione? Mi ha colpito e mi sembra esagerata. Gli hanno dato il doppio di quanto era stato chiesto dall’accusa. Mi sembra che non stia in piedi. Quella è una condanna da mafiosi, da omicidi", riflette ancora Corona, che poi spiega alla Berlinguer come fa a ricaricare le pile e a estraniarsi dalle piccole beghe della nostra politica: "Nei giorni scorsi abbiamo scalato la vetta Duranno, 2.650 metri. Abbiamo impiegato 8 ore tra andata e ritorno. Lassù è bello e non servono mascherine".

 

 

 

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