Luca Morisi, "condotta penalmente irrilevante": inchiesta di Verona, i dettagli che fanno sgonfiare il "caso-Lega"
Dopo essere esploso con grande eco mediatica, il caso di Luca Morisi sembra potersi sgonfiare a breve. Più che altro rimarrà la sua valenza dal punto di vista politico, dato che offre un appiglio perfetto per attaccare la Lega e soprattutto il segretario Matteo Salvini, dato che Morisi era a tutti gli effetti l’uomo che lo ha guidato al successo tramite i social. L’avvocato Fabio Pinelli ha confermato all’autorità giudiziaria la piena disponibilità del suo assistito a chiarire tutti gli aspetti della vicenda.
Inoltre ha ribadito la piena convinzione della irrilevanza penale della condotta di Morisi, il quale non ha mai posseduto il flacone contenente il liquido oggetto di accertamenti. L’avvocato ha anche precisato che allo stato attuale non risulta coinvolto alcun “quarto uomo”, come emerso invece da alcune testate giornalistiche, e anzi dagli atti nella legittima disponibilità della difesa risulta sottoposta a indagine solo un’altra persona oltre a Morisi. L’avvocato non ha ritenuto necessario aggiungere altro, se non l’auspicio che il tutto possa tornare a essere trattato per quello che è: un fatto che attiene alla vita privata dell’interessato.
Anche se dal Corriere della Sera emergono continuamente nuovi dettagli: gli ultimi sarebbero estratti dal verbale in cui i due rumeni avrebbero rivelato che il flacone nascosto in uno dei loro zaini conteneva la cosiddetta “droga dello stupro”. Secondo la loro versione, Morisi gliel’avrebbe dato gratuitamente dopo che erano entrati in contatto tramite un’app di incontri omosessuali e aver partecipato a una serata insieme.