Rita Dalla Chiesa, l'accusa: "L'omicidio di mio padre? Politico. Cosa scriveva di Giulio Andreotti nel suo diario"
Rita Dalla Chiesa, ospite di Peter Gomez a La Confessione, su Nove, nella puntata del 24 settembre, ha rivelato: "Nei diari di mio padre c’era scritto di un colloquio tra lui e Andreotti, in cui gli diceva. “Attenzione, perché chi si mette contro la mia corrente politica in Sicilia, poi torna con i piedi dalla porta”. La figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, morto il 2 settembre 1982 nella strage di via Carini, ha parlato del clima in cui maturò l’omicidio, di matrice mafiosa, del padre.
"Al funerale era pieno di politici, ma non c’era Giulio Andreotti", ha confermato l’ex conduttrice di Forum. "Oggi c’è un collaboratore di giustizia, l’abbiamo saputo tre anni fa, il quale dice che il mandante dell’omicidio di suo padre è stato, sarebbe stato, un politico, oggi scomparso, molto vicino ad Andreotti. Lei che ne pensa?", ha chiesto il direttore de Ilfattoquotidiano.it."Che è vero", ha risposto lapidaria la Dalla Chiesa.
E ancora: "Lei, già da subito, si è convinta che la decisione di quell’omicidio fosse una decisione politica", ha insistito il conduttore. "Sì, ho maturato questa convinzione perché ho visto la solitudine nella quale avevano lasciato mio padre", ha risposto. "Perché nei diari di mio padre, che poi Falcone mi fece leggere, ne parlai anche con Chinnici (Rocco Chinnici, ndr), c’era scritto di un colloquio che mio padre aveva avuto con Andreotti. E Andreotti gli aveva detto: 'Attenzione perché chi si mette contro la mia corrente politica in Sicilia (quella della Democrazia cristiana, ndr), poi torna con i piedi dalla porta', ecco, questo era il significato", ha concluso.