Massimo Galli, nuova vita dopo la pensione. Ecco di cosa camperà (ancora grazie al Coronavirus)
Massimo Galli tra poco più di un mese, il primo novembre, andrà in pensione e si prepara alla sua nuova vita: "Non smetterò di studiare. La mia passione per la storia delle epidemie mi porterà ad approfondire un grande libro. Quel faldone che raccoglie tutti i morti di Milano dal 1452. Un territorio inesplorato da digitalizzare. E poi voglio scrivere libri: ho anche un romanzo nel cassetto", annuncia il primario di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, in una intervista a Il Corriere della Sera. "Vado in pensione ma non abbandono la trincea. Noi medici, assieme ai magistrati, siamo quel genere di persone che non vorrebbero mai andare. Però a Milano si dice: 'Zucche e meloni alla loro stagione'", prosegue Galli. "E dietro di me c'è chi merita di prendere questo posto".
Il professore riflette sulla sua professione e sulla pandemia: "Il mio mestiere impone di indossare la corazza. Ma questa pandemia lascia cicatrici. Ci sono lutti difficili da dimenticare e mi tornano in mente anche tanti amici che ho visto morire di Aids. Gran parte della mia vita professionale l'ho passata a cercare una cura che frenasse quella malattia".
Quanto al Covid, "penso che verrà derubricato. Anthony Fauci parla della prossima primavera. Ma serve non perdere il ritmo della campagna vaccinale. E da sotto questo aspetto devo dire che in Italia abbiamo fatto meglio di tanti altri. Non sono mai stato pessimista da questo punto di vista". In questo scenario Galli è rimasto molto positivamente colpito "da Guido Bertolaso per quello che ha fatto in Lombardia: è difficile per un tecnico prestarsi alla politica".