Al peggio non c'è mai fine. L'ultimo a intascare il reddito di cittadinanza? Un defunto. A svelare la vergogna del sussidio grillino è Vittorio Sgarbi. Sul suo profilo Twitter il critico d'arte condivide la storia di uno dei tanti "furbetti". Inizialmente l'attenzione dei militari del Comando provinciale di Palermo - in collaborazione con l’Inps - si è focalizzata sull'originario percettore del reddito, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. Il signore in questione infatti, all’atto della presentazione dell’istanza, era sottoposto a misura cautelare personale e per questo non aveva diritto a ricevere alcun aiuto.
Vittorio Sgarbi, la provocazione contro Conte: "Come Mullah di Sutri ordino che le donne indossino il velo"
L'ultima provocazione di Vittorio Sgarbi è in realtà un durissimo attacco a Giuseppe Conte e alle sue ...Le ulteriori indagini hanno poi permesso ai finanzieri della tenenza di Corleone di rilevare che nel mese di gennaio 2021, successivamente al decesso del beneficiario del reddito di cittadinanza, l'uomo denunciato ha presentato per conto del defunto una nuova dichiarazione sostitutiva unica per il proseguimento dell’erogazione del beneficio, fino a scadenza prevista a giugno 2021. E così, in seguito alla segnalazione del fatto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, l'uomo è stato denunciato.
Fedez "f***e", Vittorio Sgarbi lo travolge con questa foto: "Sulle unghie lo smalto, e nel cervello..."
Tra Vittorio Sgarbi e Fedez non finirà bene. Il critico d'arte dedica un altro post ferocissimo al rapper, pr...Ora dovrà rispondere per il reato di truffa aggravata in quanto ha indebitamente percepito, successivamente alla morte dell’originale beneficiario, redditi per 4 mila euro complessivi. Un vero scandalo che Sgarbi liquida con un cinguettio: "Movimento 5 patacche. Il reddito di cittadinanza anche ai morti!". E il signore di Corleone si va ad aggiungere agli ultimi 19 casi di illecita percezione del reddito di cittadinanza che hanno dichiarato il falso per un totale pari a 159.997 euro. Tutto ovviamente sulle spalle dello Stato.