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Green Pass, Paolo Mieli: attacchi da sinistra al certificato? Il ruolo di Giuseppe Conte
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Contro il Green pass si sta creando quella che Paolo Mieli definisce "una strana ostilità". Il tutto è partito da sinistra, "dapprincipio si trattava solo di una corrente di pensiero a cui avevano dato voce personalità dal rilievo non esclusivamente italiano: Giorgio Agamben, Massimo Cacciari (gli iniziatori); successivamente Gianni Vattimo, Carlo Freccero, Franco Cardini", poi però il movimento è diventato sempre più numeroso. Dietro alle critiche, è quanto da giorni vanno dicendo, "la troppe insidie che si nascondono".
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Ma la scia degli intellettuali ha coinvolto niente di meno del segretario della Cgil Maurizio Landini, promotore della richiesta di rendere esenti dall'esibizione del certificato verde i lavoratori. "Qualcuno - ricorda però Mieli sulle colonne del Corriere della Sera - si muove già sul terreno delle minacce". Si tratta di Marcello Pacifico, presidente dell'Associazione nazionale insegnanti e formatori, che ha rivelato di aver già ottenuto migliaia di sottoscrizioni a un appello per "la cancellazione della norma che introduce il green pass obbligatorio per il personale scolastico e per gli studenti universitari".
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Da qui quello che Mieli avanza come un'analisi che potrebbe rivelarsi un sospetto: "È trascorso appena un anno e mezzo da quando, a inizio pandemia, i rapporti tra esecutivo e mondo del lavoro furono - nonostante le complicazioni di quei momenti - molto collaborativi. Landini all'epoca non faceva mistero di nutrire una grandissima stima, quasi un'ammirazione nei confronti dell'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E fu forse anche per questo motivo che non ci furono proteste in fabbrica contro l'introduzione delle mascherine, la rilevazione della temperatura, gli screening con test sierologici e molecolari. O comunque furono minime". Adesso, con Mario Draghi alla guida del Paese, Landini ha cambiato registro. Un caso?
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