Alberto Zangrillo e il discorso della Luna: "Ecco cosa dovrebbe essere la nostra vita", schiaffo ai catastrofisti del Covid
Altro appello firmato Alberto Zangrillo. Il primario del reparto di Terapia Intensiva del San Raffaele di Milano, da giorni impegnato a smentire gli allarmismi, è tornato a dire la sua: "Oggi ho riletto lo straordinario 'discorso della luna', di Papa Giovanni XXIII, uno splendido saggio di quello che dovrebbe essere la vita. Era l'11 ottobre 1962. Dobbiamo urgentemente tornare ad accarezzare i nostri bambini e i nostri anziani soli". Parole che giungono su Twitter e che fanno riferimento con ogni probabilità alla necessità di lasciarsi l'idea dell'emergenza alle spalle. Nonostante il coronavirus persista - è il ragionamento dell'esperto - siamo lontani ai numeri dello scorso anno, quelli preoccupanti. Dunque, torniamo ad accarezzarci. A toccarci.
Lo aveva scritto chiaro e tondo in forma polemica qualche giorno fa riportando il bollettino del 7 agosto: "Per gli Italiani responsabili e sani di mente, sotto quotidiano attacco mediatico, questi numeri non hanno alcun significato". E ancora: "La manifestazione più grave e pericolosa di Long Covid Syndrome è continuare a parlare sempre e solo di Covid-19". Un po' come fa il Corriere della Sera, spesso e volentieri oggetto delle sue critiche.
Nel saggio citato dal balcone di San Pietro, Papa Giovanni XXIII citò solo i più piccoli: "Tornando a casa troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa". Per Zangrillo però è ora di stare accanto anche ai più anziani, che da mesi si ritrovano in totale solitudine alle prese con restrizioni che non permettono loro di far visita ai loro cari.