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Variante Delta, Massimo Galli boccia la terza dose di vaccino: "Io non la farei, perché è insensata"

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Da domenica Israele diventerà il primo Paese al mondo a somministrare la terza dose del vaccino anti-Covid. Anche in Italia si parla di un possibile piano che preveda un ulteriore richiamo per alcune categorie, come le persone fragili, gli immunodepressi e gli operatori sanitari. In pratica tutti coloro che hanno avuto la priorità lo scorso dicembre con la somministrazione delle primissime dosi di vaccino.

 

 

Interpellato dall’Adnkronos, Massimo Galli ha però palesato i suoi dubbi su tale iniziativa: “Una terza dose di vaccino anti-Covid al personale sanitario che si è vaccinato per primo oltre un anno fa ad ora, nelle condizioni attuali, senza la valutazione della presenza di anticorpi, è una solenne baggianata. Io sono tra i primi ad essere stato vaccinato, quindi sarei tra i primi candidati alla terza dose. E non la farei perché non ha senso”.

 

 

Una presa di posizione netta e chiara, che non vale solo per gli operatori sanitari: “Non sono d’accordo con la somministrazione di una terza dose in questo momento, nemmeno per i fragili e gli immunodepressi - ha dichiarato Galli all’Adnkronos - che si decida a muoversi per documentare la presenza di anticorpi e procedere di conseguenza. Deve essere previsto uno studio e fare le cose per gradi”. Tra l’altro il direttore di malattie infettive del Sacco di Milano ha sottolineato che “pensare a una terza dose con il vaccino di un anno e mezzo fa è ancora più insensato, perché sarà necessario aggiornarlo”.

 

 

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