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Giuseppe De Donno, la sentenza di Selvaggia Lucarelli: "Non serviva più". Perché si è suicidato: ne è così sicura?

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Del suicidio di Giuseppe De Donnno, sul Fatto Quotidiano di oggi, giovedì 29 luglio, ne scrive Selvaggia Lucarelli. La stessa Selvaggia Lucarelli che nei giorni seguenti al dibattito sulla terapia con plasma iperimmune dedicò al professore mantovano un tweet di rara ferocia, che recitava: "Vi ricordate il messia Giuseppe De Donno? Quel medico che salvava tutti con il plasma che chiamava proiettile magico, mentre Salvini e Le Iene insinuavano che siccome era una cura gratuità chissà, cielanakondono (scritto così nel cinguettio, ndr)? Beh, lasciato l'ospedale, ora è medico di base a Porto Mantovano". Un cinguettio che, per ovvie ragioni, ieri, nel giorno del suicidio di De Donno, era tornato a rimbalzare un po' ovunque.

 

Dunque, sul Fatto, Selvaggia scrive: "E la sua morte racconta molto di questo tempo storto, malato, incattivito. Perché il medico dei miracoli, l'uomo che con la plasmaterapia avrebbe guarito i malati, sconfitto il Covid, esportato la sua cura in tutto il mondo in una sorta di evangelizzazione terapeutica, aveva dovuto fare i conti con la dura realtà: la plasmaterapia non funzionava", sentenzia in premessa la sacerdotessa del giusto.

 

"A questo punto, riavvolgere il nastro del caso De Donno sarebbe fin troppo facile, se non fosse vero che i suicidi sono materia imperscrutabile. Impossibile però non ricordare con quanta superficialità, nel periodo più duro della pandemia, si siano attribuiti a Giuseppe De Donno talenti e capacità sovrumane. La politica lo vendeva come l'uomo che aveva scoperto la cura economica e miracolosa, la stampa lo intervistava come il nuovo salvatore, le pagine Fb in suo sostegno fiorivano numerose", rimarca. 

"Questo vortice di colpevole superficialità ha travolto una personalità complessa, in cui evidenti manie di grandezza facevano i conti - ora lo sappiamo - con fragilità ben nascoste. Fragilità esplose, probabilmente, quando tutto il circo mediatico e politico che l'aveva illuso e corteggiato, ha capito che la grande speranza del plasma miracoloso era tramontata. A un certo punto De Donno non serviva più. Non poteva più supportare la narrazione del medico di campagna che combatte contro i poteri forti. Contro il governo. Che sfida Burioni e chiunque osi mettere in dubbio l'efficacia delle sue cure", conclude la Lucarelli. Insomma, e non ne avevamo dubbi, la sacerdotessa del giusto sa qual è la Verità, assoluta e inconfutabile. De Donno si sarebbe suicidato poiché "abbandonato" da chi lo aveva sostenuto. E la possibilità che il suicidio sia dovuto al fatto che le sue terapie siano di fatto state ostacolate, nemmeno viene presa in considerazione.

 

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