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Giuseppe De Donno, indaga la Procura: "responsabilità di terzi nel suicidio?", i sospetti

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Ulteriori indagini sono state disposte dalla procura di Mantova sulla morte di Giuseppe De Donno. È stata quindi aperta formalmente un’inchiesta per far luce sul suicidio dell’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma: il 54enne è stato trovato privo di vita nella sua casa di Eremo, la procura vuole capire se nel suicidio possano esserci responsabilità di terzi.

 

 

Nella serata di ieri, martedì 27 luglio, i carabinieri e il magistrato hanno sentito i familiari - De Donno aveva una moglie e due figli - e hanno sequestrato i cellulari e il computer personale del medico. L’ex primario del Poma aveva acquisito una certa popolarità per la sua terapia con il plasma che era stata utile per guarire diversi pazienti affetti dal Covid. Il plasma iperimmune è però stato giudicato inefficace, ma pare che non sia stata questa delusione a spingere De Donno a lasciare l’ospedale per intraprendere la carriera del medico di famiglia.

 

 

I colleghi del Poma e la direzione dell’Asst ricordano De Donno come “un professionista eccellente e di grande umanità, che ha lasciato un vuoto incolmabile”. In merito alla sua decisione di cambiare vita lavorativa, la direzione della Asst di Mantova sottolinea che il “percorso di cambiamento” era stato maturato “dopo il periodo più intenso e drammatico della pandemia, che ha visto De Donno dedicarsi con passione e abnegazione alla cura dei pazienti colpiti dal Covid”.

 

 

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