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Massimo Cacciari contro il Green Pass: "Sorvegliare e punire. Perché dico no: il vero obiettivo del governo"

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Tra le persone cui il Green pass non sarebbe proprio andato giù c'è Massimo Cacciari, che nei giorni scorsi aveva definito la decisione di renderlo obbligatorio in alcuni casi una "decisione di regime". Con un intervento sulla Stampa oggi il filosofo è tornato a criticare pesantemente il certificato verde che dal 6 agosto servirà a entrare in ristoranti, piscine, palestre, concerti ed eventi al chiuso. 

 

 

 

Con l'introduzione del Pass, secondo l'ex sindaco di Venezia, non si farebbe altro che procedere "con allarmi e diktat, Invece di chiedere consapevolezza e partecipazione si produce un'inflazione di norme confuse, contraddittorie e spesso del tutto impotenti". Poi l'attacco più duro: "Non solo è surreale che la misura del green pass la si adotti il giorno dopo che le stesse autorità hanno consentito mega-schermi su tutte le piazze d'Italia per gli Europei e addirittura organizzato una manifestazione di massa per il trionfo degli azzurri (quanto sono costati in contagi i lieti eventi?), ma come è possibile non chiedersi la ragione della sua estrema urgenza, se la campagna di vaccinazione procede ai ritmi che lo stesso Draghi racconta?".

Cacciari si chiede come mai non bastino i vaccini: "Si teme che non funzionino? Il green-pass diventerebbe, allora, null'altro che un mezzo surrettizio per prolungare all'infinito - magari con vaccinazioni ripetute - una sorta di micro lockdown". Secondo il filosofo, inoltre,  "la deriva è quella di una società del 'sorvegliare e punire'. È la società in cui le forme di controllo e sorveglianza immanenti alle tecnologie che tutti usiamo si stanno sempre più accordando ai regimi politici". Cacciari respinge le teorie no-vax, ma allo stesso tempo si fa una domanda: "Non dovrebbe un cittadino leggere e sottoscrivere prima della vaccinazione l'informativa dello stesso ministero della Salute? Che cosa ne pensa la Scienza del documento integrale Pfizer in cui si dice apertamente che non è possibile prevedere gli effetti del vaccino a lunga distanza, poiché non si sono potute rispettare le procedure previste (solo 12 mesi di sperimentazione a fronte degli anni che sono serviti per quello delle normali influenze)?".

 

 

 

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