Coronavirus, Marco De Veglia morto in 14 giorni. "Questa brutta influenza...": il manager no vax sconvolge l'Italia

martedì 27 luglio 2021
Coronavirus, Marco De Veglia morto in 14 giorni. "Questa brutta influenza...": il manager no vax sconvolge l'Italia
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"No vax fino alla morte". La scomparsa per Coronavirus di Marco De Veglia, uno dei massimi esperti italiani di marketing, è avvenuta a Miami, dove da anni il manager lavorava come consulente, ma sconvolge soprattutto l'Italia, a partire dalla comunità di "addetti ai lavori" che ne apprezzava le qualità professionali ma che spesso sui social ne contestava le posizioni dichiaratamente "complottiste". 

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De Veglia, triestino di nascita, è deceduto a 55 anni contagiato dalla variante Delta, e lascia la moglie Daniela Novati e il figlio Ettore. Stava male da 7 giorni, non si era vaccinato, negava perfino il virus. "Nella penultima telefonata mi ha detto: 'Da una settimana ho questa brutta influenza e non passa'. E io: 'Ma quale influenza! Hai il Covid. Ti sei fatto il tampone?'. 'No, non c'è bisogno', continuava a insistere", ricorda commosso un amico a La Stampa. Mercoledì 21 luglio è finito in terapia intensiva, con il casco all'ossigeno. Forse non aveva ancora compreso la gravità della situazione, oppure l'ottimismo era più forte del Covid, tanto che il suo ultimo messaggio era di fiducia totale: "Ci sentiamo entro fine mese per riprendere il lavoro", aveva scritto poche ore dopo all'amico. Invece il 24 luglio è morto.

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Dall'inizio dei sintomi erano passati appena 14 giorni, chi gli stava intorno ora si rammarica di non avergli fatto cambiare idea sul Covid. Impossibile: De Veglia sui social era una "macchina da guerra" e il suo campo d'azione, il "brand positioning" per le imprese, era diventato quasi un hobby rispetto alle sue convinzioni no vax. "Il problema - scriveva appena il 19 luglio - è che nella narrazione pandemica fatichiamo a trovare anche solo un 1% di verità. Eppure ci proviamo, ma niente da fare, una contraddizione dietro l'altra a fare da eco a una propaganda buffa quanto asfissiante. L'ultima sparata è quella dei pass".

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Voleva radiare dall'albo gli immunologi impegnati contro il Covid e ai follower scriveva: "Alert: questo testo contiene fatti scientifici inequivocabili che non possono essere scritti su Facebook e fanno incazzare Burioni". Oppure: "I vaccini come gli iPhone. Attendiamo il lancio del nuovo modello a settembre".