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Matteo Berrettini, molestare un uomo si può: "Le mie ovaie esultano. Te la darei come...". Tutto in pubblico: cosa è costretto a subire

Gianluca Veneziani
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Pensa un po' se l'avessero fatto al contrario, o meglio a rovescio, visto che parliamo di tennis. Se la finale di Wimbledon fosse stata una specie di Wimbledonna, ci fosse arrivata una fascinosa tennista azzurra e lei fosse stata sommersa da giudizi di lode per il suo aspetto e allusioni un po' osé, l'Italia tutta del politicamente corretto sarebbe scesa in campo (da gioco) per porre rimedio al vile affronto. Invece è successo a Matteo Berrettini, finalista perdente con onore e ragazzone moro di un metro e 92 centimetri con capelli ricci, sorriso da attore e sguardo tenebroso. Da qui la comprensibile reazione entusiasta, tempestata di ormoni, delle sue nuove fan. Sui social si leggevano messaggi che andavano dal perentorio apprezzamento fisico («Commento tecnico: bono», «Uno gnocco pazzesco», «Facciamolo patrimonio dell'Unesco», «2 metri di superfico»), alle avances sessuali («Le mie ovaie esultano», «Te la darei come si dà l'acqua alle piante») fino alle proposte romantiche («Ti prego, Matteo, sposami»). Né mancavano i propositi di conversione da parte di maschi alfa: «Questo ragazzo», scriveva un utente su Twitter, «sta facendo vacillare la mia eterosessualità».

 

 

 

Rovescio della medaglia

Non è la prima volta, del resto, che tennisti italici riscuotono i consensi delle spettatrici: anche Fabio Fognini viene reputato un bel manzo, e di Adriano Panatta, col suo capello lungo e la sua allure di vincente, si diceva fosse un grande tombeur de femmes. Nessuna sorpresa dunque per l'innamoramento collettivo nei confronti del vicecampione di Wimbledon: anzi, viva la possibilità di sbavare per un tennista al di là del modo in cui usa palle e racchetta. E tanto di cappello a Berrettini. L'unanime condivisione di questi apprezzamenti si trasformerebbe tuttavia in riprovazione se solo cambiasse il sesso della persona in questione. Anzi, ciò è già successo: quando a "Quelli che il calcio" il conduttore Luca Bizzarri si era permesso di commentare il ritiro della (affascinante) tennista Maria Sharapova con frasi di ammirazione e un po' di ironia («Bella, è bella», «Si sa che tira più una racchetta da tennis... che un carro di buoi»), era partita l'indignazione pubblica per quei commenti ritenuti forme di maschilismo da bar. E anche quest' anno, quando l'ex campione di tennis Boris Becker sulla Bbc si è limitato a giudicare l'aspetto della fidanzata del tennista Fucsovics con un complimento («È sicuramente molto carina»), si è scatenata l'ira delle femministe che hanno definito quella frase irrispettosa e inappropriata. Quanto ci vorrebbero, a riguardo, i commenti sapidi di Gianni Clerici che, durante le sue telecronache, si dilettava a fare battute sulle mutandine delle tenniste che lui chiamava «amazzoni». E anche sui grandi tennisti non risparmiava divertiti doppi sensi, dicendo ad esempio di McEnroe: «Anche senza essere gay, da uno che ha una mano così mi farei certamente accarezzare».

 

 

 

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