Matteo Salvini, i 99 Posse condannati per minacce. "I messaggi di odio non hanno giustificazione"
Luca Persico detto O Zulù e Marco Messina dei 99 Posse sono stati condannati per diffamazione. Ora dovranno pagare 8mila euro più un risarcimento e le spese legali per alcune frasi offensive contro Matteo Salvini pronunciate nel 2015, alla vigilia di un comizio del leader della Lega a Napoli. Insulti e minacce per impedirgli di arrivare in città. E' quanto ha stabilito il Tribunale di Napoli. Che tra 90 giorni darà le motivazioni. Claudia Eccher, avvocato di Salvini, commenta: "Siamo soddisfatti, lo scudo dell’arte invocato dai 99 Posse non protegge e non legittima ogni messaggio e in particolare quelli di odio alla persona". Quindi lo stesso Salvini, osserva in un post sul suo profilo Facebook: "Allora non è proprio sempre colpa di Salvini".
I fatti risalgono al 2015, e il video fu diffuso dieci giorni prima di una manifestazione della Lega a piazza del Popolo a Roma. Salvini è stato definito dai 99 Posse come "una lota", termine offensivo del dialetto napoletano, che Salvini in aula, a marzo, rispondendo all'avvocato della controparte e al pm, ha ribadito di conoscere.
Ma ciò che più di tutto ha portato Salvini a chiamare in giudizio i 99 Posse è stata un'altra espressione offensiva: "Invitare le persone a prendere a calci nel sedere qualcuno mi sembra una cosa grave", aveva detto il leader della Lega. Un concetto ripetuto più volte. Salvini aveva anche ricordato che il clima in quei giorni "non era bello", e che da più parti arrivarono inviti affinché "non si permettesse lo svolgimento della manifestazione".
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