Francesco Figliuolo, l'affondo di Luigi Bisignani: "Ecco che poltrona vuole il generale paranoico"
Poca carota e molto bastone, quelli usati da Luigi Bisignani nel suo consueto intervento domenicale su Il Tempo, il quotidiano capitolino diretto da Franco Bechis. Poca carota e molto bastone nei confronti di Mario Draghi e del generale Francesco Paolo Figliuolo. Nell'edizione di oggi, domenica 11 luglio, l'uomo che sussurra ai potenti si spende infatti in un commento sulle nomine del premier. Già, perché come ricorda in premessa Bisignani, "dopo la Rai tempo di nomine anche per le Forze Armate".
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Ed ecco che il protagonista dell'intervento diventa subito il commissario all'emergenza coronavirus. "E, come diceva Andreotti, l'unica guerra che i nostri generali sanno fare è quella tra loro - riprende Bisignani -. La partita a risiko è già iniziata: il supercommissario Figliuolo, con i suoi 55 milioni di vaccini, vuole ora il green pass per diventare, a novembre, Capo di stato maggiore della difesa al posto del generale di squadra aerea Enzo Vecciarelli, fortunatamente in uscita dopo aver acuito una guerra senza senso tra Marina e Aeronautica", rivela l'uomo che sussurra ai potenti.
Ma Figliuolo dovrà vedersela con un avversario di assoluto livello. "Se invece la battaglia dovesse vincerla il generale Pietro Serino, Figliuolo, ormai anche lui in trance mediatica e sempre più somigliante al generale paranoico del Dottor Stranamore di Kubrick, potrebbe aspirare a prendere il suo posto come Capo di stato maggiore dell'esercito, oppure ambire a fare il Segretario generale della difesa, il vero Ceo delle Forze Armate", rimarca Bisignani.
E ancora, riflette: "Tuttavia, alla Segreteria della difesa sarebbe molto più naturale che approdasse l'attuale numero due, l'ammiraglio triestino Diego Giacomin; ma si sa che, in fatto di nomine, Mario Draghi vuole fare il fenomeno, come in Rai. Per Viale Mazzini ha scelto, sbagliando clamorosamente i ruoli e forse anche i profili, Carlo Fuortes, impresario Pd, e Mariella Soldi, manager televisiva in sedicesimo. Dopo le disastrose esperienze di altri due esterni", conclude Bisignani, che nella sua missiva non risparmia critiche ai due uomini più lodati del momento, Draghi e Figliuolo.