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Massimo Giletti, "tutto così sconvolgente": il pesante lutto che non riesce a dimenticare

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Massimo Giletti a ruota libera. Il conduttore di Non è l'Arena, il programma della domenica sera di La7 non esclude alcuna possibilità, neppure un ritorno in Rai: "Sono vivo, combatto, spero di andare e venire molte volte", ha detto al settimanale Specchio. Giletti ha scelto di non essere un "impiegato della tv" e anche quando Urbano Cairo gli ha offerto "un contratto di cinque anni", come accaduto con i colleghi Lilli Gruber e Giovanni Floris, lui ha rifiutato optando per due.

 

 

"Mi sento un po’ come Antonio Conte, alla mia squadra chiedo il massimo perché sono abituato a dare il massimo. Ecco perché faccio contratti più brevi, non perché amo il tira e molla". E ancora: "Ricordo una persona, in Rai, che mi disse: se vai a La7 sei morto. Si sbagliava - ha ammesso per poi parlare di Viale Mazzini -. È stata casa mia per 30 anni. Escludere un ritorno sarebbe un errore. Ma la mia tv ha bisogno di libertà e di un editore forte". 

 

 

Il dolore più amaro però è stata la scomparsa del padre, per cui il suo editore si è comunque dimostrato molto vicino: "Ero con lui, l’ho vestito per l’ultima volta mettendogli la cravatta rossa della Ferrari - ha detto in merito al lutto scoppiando a piangere durante l'intervista -. È tutto così sconvolgente che ancora non riesco a essere lucido. Se ne va una parte di te e tu lo capisci solo quando l’hai persa. Abbiamo avuto un rapporto complesso, contrastato, con diversi non detti". Così come lavorativamente parlando, Giletti non esclude novità neppure a livello sentimentale. È ancora acceso il desiderio di matrimonio: "Magari lo farò. Chi lo sa, nel cambiamento che sto vivendo forse c’è anche questo. Mio padre, il Covid, la scorta. Tutto sembra dirmi: condividi la tua vita con chi ami". 

 

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