Malika Chalhy, "truffa aggravata". Chi la porta in tribunale: i soldi della beneficenza per Mercedes e cagnolino, la rovinano
Si mette male per Malika Chalhy, la ragazza cacciata di casa perché lesbica e aiutata attraverso due raccolte fondi, i cui soldi sono stati utilizzati per acquistare un'auto di lusso e un cane. A denunciare l'accaduto era stata per prima Selvaggia Lucarelli. Ora però si muove anche il Codacons, che annuncia di aver fatto un esposto alla magistratura "per la possibile fattispecie di truffa aggravata".
Secondo l'associazione "la vicenda di Malika dimostra ancora una volta come nel settore regni l'anarchia: chiunque può chiedere soldi ai cittadini attraverso piattaforme come Gofundme, ma poi non c'è alcun controllo sulla reale destinazione dei soldi raccolti, e le stesse società che ospitano le campagne di solidarietà declinano qualsiasi responsabilità per eventuali usi non conformi dei fondi donati dai cittadini. Pertanto - si legge ancora - sul caso di Malika Chalhy abbiamo deciso di presentare un esposto alle Procure della Repubblica di Milano e Firenze, affinché avviino una indagine sulla vicenda alla luce della possibile fattispecie di truffa aggravata, accertando i fatti e le relative responsabilità anche nei confronti dei gestori delle piattaforme che ospitano le raccolte fondi, per omissione di controllo e concorso in eventuali reati che saranno ravvisati".
A nulla sembrano essere serviti i tentativi di difesa della ragazza. Proprio nella giornata del 2 luglio, dopo la bufera sollevata, la giovane ha reso pubblici su Instagram i bonifici fatti a varie associazioni. Non solo, perché ha spiegato che l'auto fa parte "della ricostruzione della mia vita", mentre per lei il cane (un bulldog francese pagato 2.500 euro) altro non era che "un bene di prima utilità". Rimangono però ancora molti dubbi, uno dei quali sulla manager che ha affiancato la ragazza dopo il servizio de Le Iene e le varie apparizioni, da Maurizio Costanzo a Bianca Berlinguer.