Marco Travaglio su Beppe Grillo: "Non gli ho mai dato un consiglio in vita mia". Prende per i fondelli i suoi elettori?
Il suo sogno si sgretola e il vecchio amico diventa nemico. Povero Marco Travaglio, un periodo disgraziatissimo per il direttore del Fatto Quotidiano, house-organ del contismo più spinto. Il capo ultrà di Giuseppe Conte, infatti, da giorni riversa le sue crisi di nervi in prima pagina, colto da disperazione per il "vaffa" rivolto da Beppe Grillo (il vecchio amico diventato nemico) al suo ultimo pupillo destinato al naufragio politico.
E anche oggi, giovedì primo luglio, ecco il Travaglio di bile. Un grande classico, così come è un grande classico di Marco Manetta prendersela con i colleghi, elencando le presunte malefatte delle altre testate. E oggi, l'orfanello di Conte, unisce i due grandi classici in una sinergia che trasuda vera ossessione.
Di seguito, l'incipit: "Ogni giorno, per sapere come la penso e cosa faccio, consulto i quotidiani di destra e un paio di siti-fogna che sembrano conoscere a menadito i miei pensieri e azioni". Subito un insulto e l'ironico riferimento ai giornali di destra.
Da lì in poi, una sequela di balle spaziali. "Per anni hanno rivelato che consigliavo Grillo, ovviamente a nostra insaputa (mai Beppe mi ha chiesto un consiglio né mai gliene ho dati). Poi divenni il consigliere occulto di Di Maio, talmente occulto che non ne sapevamo nulla né io né lui, che infatti faceva quasi sempre l'opposto di quel che avrei fatto io. Nell'ultimo biennio fui promosso a suggeritore di Conte, a mezzadria con Casalino", conclude Travaglio. E, sinceramente, tanto basta.
Già, in poche righe di fatto Travaglio si spende in una accurata descrizione del suo operato di questi ultimi anni, salvo poi smentire tutto. Un cortocircuito. Nervi a pezzi e il controllo perduto. Già, perché soltanto ieri, per esempio, Travaglio rivelava di ricevere lettere al Fatto proprio da Grillo: vogliamo davvero credere che quelle lettere restassero senza risposta? O forse vuole negare che qualche consiglio a Grillo sia arrivato? Suvvia, li abbiamo visti tutti sul palco insieme, abbracciarsi, sorridersi, guardarsi negli occhi con stima e passione, due sentimenti ora rovinosamente archiviati.
Vogliamo poi credere che non abbia dato consigli al Luigi Di Maio leader del M5s? Ridicolo anche soltanto pensarlo. Ma il vero capolavoro di ridicolaggine, il Travaglio-isterico lo raggiunge quando si spinge ad affermare di non essere stato il suggeritore di Giuseppe Conte, insieme a Rocco Casalino. Probabilmente, Travaglio pensa che siano tutti dei mezzi beoti: i giornali di destra, i siti-fogna e, soprattutto, i suoi affezionatissimi lettori.