Marco Travaglio attacca Beppe Grillo: "Chi è il cogl***e tra lui e Giuseppe Conte? Più che visioni ha allucinazioni"
Quella di Beppe Grillo è una "frase che definire sorprendente è riduttivo: 'Lo statuto di Conte è diverso dal nostro'”. Comincia così l'editoriale di Marco Travaglio sul Fatto quotidiano, in cui difende il suo amato Giuseppe Conte e dà del "cogl***e" al Garante del Movimento 5 stelle che ha detto "Io sono un visionario e Conte no". "Solo un visionario, infatti", commenta il direttore, "poteva notare che affidando a Conte il compito di guidare e rifondare i 5Stelle, lo statuto dei 5Stelle sarebbe stato diverso da quelli dei 5Stelle guidati da Grillo e da Di Maio. Se fosse stato ancor più visionario, Grillo l’avrebbe previsto già il 28 febbraio, quando convocò Conte e gli altri big per chiedere al primo di fare il capo politico e di riscrivere lo statuto".
Quindi affonda; "Evidentemente in quei giorni aveva già esaurito le visioni con Draghi e Cingolani, scambiandoli per grillini della prima ora e mandando il M5S al macello nel governo più restauratore mai visto (a proposito di chi 'sa cosa sono i 5Stelle' e di chi se l’è scordato). Ma il sospetto è che in quel caso, più che di visioni, si trattasse di allucinazioni. E che la sindrome persista".
Per esempio, scrive Travaglio, quando Grillo dice che è "Conte ad avere bisogno di me". "In che senso un affermato avvocato civilista e docente universitario divenuto in tre anni il politico italiano più popolare", prosegue Travaglio con una serie imbarazzante di elogi, "il premier che ha affrontato la pandemia e ottenuto il Recovery Fund, quello che ha risolto i casini altrui con Casaleggio, avrebbe bisogno di Grillo, è un concetto che sfugge ai più".
Insomma, osserva Travaglio: "Cosa intendeva esattamente Grillo quando chiese a Conte di fare il capo politico, visto che ora pretende di decidere al suo posto la linea politica, la segreteria e la comunicazione? Ha presente la differenza tra capo politico e prestanome, portaborse, badante? L’affermazione 'non sono un cogl***e', detta dall’interessato, vale quel che vale. Ma qualunque capo politico accettasse di farsi dettare la linea politica, la segreteria e la comunicazione da un altro non sarebbe un capo politico: sarebbe un cogl***e".
Allora ecco le due proposte di Travaglio: "Gli eletti e gli iscritti ai 5Stelle votano sulla nuova piattaforma (uno vale uno) per decidere chi fa il capo e chi fa il cogl***e", "Conte si grillizza per un giorno, manda tutti affan***o e se ne torna a fare l’avvocato e il professore, dopo quattro mesi di volontariato senza stipendio, riconsegnando i 5Stelle a Grillo: è lui che li ha fondati, è giusto che sia lui ad affondarli".