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Pierpaolo Sileri, l'accusa: "Al ministero ordinarono al Cts di non considerarmi. Roberto Speranza? Non ce l'ho con lui, ma..."

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"Dall’inizio della pandemia si fanno errori di comunicazione. Non solo al ministero. Ricorda i tamponi, specie agli asintomatici? Anche nella comunità scientifica c’era chi diceva di sì e chi diceva di no. Problemi di comunicazione ci sono sempre stati a cominciare dall’Oms, specie su problemi nuovi. Sui vaccini succede anche a livello europeo: Ema non mette limiti su AstraZeneca, alcuni Paesi dicono solo sopra i 55 o i 65 anni, Aifa fa una raccomandazione...". Così Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, conferma che qualcosa nella gestione dell'emergenza virus è andata storta.

 

 

Sotto accusa sembra essere il superiore di Sileri: il ministro Roberto Speranza. I rapporti tra i due, e da parecchio tempo, sono ai minimi termini. "Non ce l’ho con lui - premette Sileri -, semmai con certi ritardi di parte della struttura ministeriale. E il problema non sono le chiusure: è la mancanza di programmazione. Ai primi di maggio bisognava dire che, di lì a due mesi, si sarebbero potute togliere le mascherine all’aperto: se il 50 per cento è vaccinato con una dose, se non ci sono varianti pericolose. Invece si è arrivati all’ultimo. Se io la opero e le tolgo un tumore, le dico che tra 15 giorni salvo complicazioni può riprendere progressivamente la sua vita. Bisogna guardare avanti. Per esempio dovremmo dire ora se a ottobre potranno riprendere le lezioni in presenza all’università, sempre che le vaccinazioni proseguano e non ci siano allarmi per le varianti. Ripartirà il campionato di calcio: vogliamo dire che gli stadi potranno riempirsi, al 100 per cento, ma almeno al 25, al 50 secondo una progressione nota? Facciamo troppa navigazione a vista: un anno fa era inevitabile, con i vaccini alcune cose le puoi programmare. La programmazione delle riaperture, per me, è stata la novità positiva introdotta da Draghi.", spiega il sottosegretario in una intervista al Fatto Quotidiano.

 

 

 

Sileri sembra essere in contrasto con la linea politica adottata da Speranza e non fa mistero nell'evidenziarlo: "Prenda i viaggi con l’iso lamento breve e il tampone: li proposi all’inizio dell’estate scorsa. O la quarantena: 14 giorni erano troppi ma ci hanno impiegato tre mesi. Altri tre mesi per i test rapidi. Altri tre per le cure con gli anticorpi molecolari. E ancora, sapevamo che il problema erano le varianti e che l’Italia era indietro con il sequenziamento, a gennaio ho promosso un consorzio di laboratori, che non è mai stato finanziato. Si muovono adesso. Purtroppo al ministero mi è successo anche che il capo di gabinetto indicasse all’allora coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, di non considerare le mie proposte", afferma facendo capire quanto sia stato difficile per lui lavorare a stretto contatto con l'esponente di Leu.

 

 

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