John McAfee, pratiche sessuali estreme e il vicino ammazzato: i segreti dell'uomo trovato morto in carcere. Lo hanno "suicidato"?
Morto in carcere. Ufficialmente, suicidio. Si parla di John McAfee, 75 anni, il padre del celeberrimo antivirus. Un genio assoluto dell'informatica. Un personaggio estremamente controverso. Si trovava in cella da ottobre, a Barcellona, dove era stato arrestato mentre tentava di prendere un aereo verso la Turchia. Su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti, che lo cercavano per evasione fiscale.
Dunque, McAfee muore in carcere, trovato senza vita in cella. Stando alle prime indagini come detto si tratterebbe di suicidio, inutili i tentativi di rianimarlo. Addio a una delle menti più brillanti, folli ed eccentriche della Silicon Valley. Dal sistema antivirus guadagnò una enorme ricchezza e celebrità. Dunque, una vita di eccessi, tra droga, armi e corruzione. Un documentario (su Netflix, Gringo: The dangerous life of John McAfee) racconta anche la sua "dolce vita" in Belize, tra prostitute, pratiche sessuali estreme e un vicino di casa morto ammazzato in circostanze misteriose. Dopo l'omicidio, McAfee era sparito, rintracciato in Guatemala dove chiese asilo politico. Salvo poi tornare in Belize e "ricucire" col governo locale elargendo generosissime donazioni nei confronti proprio delle forze dell'ordine.
Negli Stati Uniti era accusato di aver evaso milioni di dollari in tasse. Un’evasione che di sicuro, secondo le indagini, è proseguita dal 2016 al 2018. Nel suo "curriculum", anche una fuga in Lituania e la candidatura alla presidenza degli Stati Uniti col partito libertario, che difficilmente si schioda dall'1 per cento. McAfee sosteneva che contro di lui ci fosse un complotto, una persecuzione, proprio per quella candidatura.
Il suicidio arriva poco dopo l'ok della Spagna alla sua estradizione negli Stati Uniti. Un suicidio che, per ora, è avvolto in una coltre di mistero. Una scomparsa misteriosa: qualcuno voleva davvero farlo tecere?