Enrico Letta pubblica il suo nuovo libro: superato da Giorgia Meloni, Marco Travaglio e dal quiz d'esame
Il titolo è già un manifesto programmatico. «Anima e cacciavite. Per ricostruire l'Italia». Il cacciavite, probabilmente, perché fa molto "de sinistra", tanto che a Milano il popolino (che notoriamente tifa Milan, come Letta per l'appunto) è denominato «casciavitt»; anima perché, bè, perché in quest' epoca di buoni sentimenti una spruzzatina di anima non si nega a nessuno, tantomeno in un film, in una canzone o, come in questo caso, in un libro. Quanto al «ricostruire l'Italia», non c'è dubbio che ci siano almeno 209 miliardi di motivi per cui anche il buon Letta abbia sentito l'urgenza di cimentarsi sull'argomento. In ogni caso, pare che la spinta decisiva all'opera letteraria sia venuta da una domanda che il segretario del Pd si è sentito molte volte rivolgere da giovani studenti emigrati all'estero come era lui fino a qualche mese fa: «Perché tornare?». Già, perché? In realtà, pare che lo stesso quesito Letta lo senta ripetere ultimamente anche dadi versi dirigenti e attivisti democratici, così, rientrato in patria e per di più alla guida del principale partito della sinistra, il neo capo dei dem, ha sentito che era venuto il momento di fornire una risposta.
SOLITA RICETTA
A dire il vero, anche senza la pubblicazione di un libro era già abbastanza chiaro di quali ingredienti fosse impastata la ricetta lettiana. Come la brillante proposta di introdurre una tassa di successione, dal vago sapore di patrimoniale, di cui gli italiani, ma nemmeno il premier Mario Draghi, sentivano alcun bisogno. Con l'aggiunta, magari, di una spruzzata di ius soli e di una passatina di quote rosa. E fin qui, nelle convinzioni di Letta saremmo ancora al cacciavite, all'operatività meccanica; quindi, per dar spazio all'anima, il volume propone ampie portate di ideali, valori non negoziabili, appelli a «essere liberi», oltre all'immancabile lotta alle paure, alle ingiustizie, ai nazionalismi e, ovvio, al famigerato populismo. Capita così che, a riprova che di un libro simile non sentivano la necessità nemmeno a sinistra, dove hanno ancora da smaltire lava sta e collosa produzione veltroniana, arrivino le classifiche di vendita. Il libro di Letta è appena uscito e si sa che questi «instant book», come dice la parola, godono di una buona spinta iniziale dettata dalla curiosità e magari dalla notorietà dell'autore. Eppure, tale generosa spintarella iniziale al cacciavite e all'anima di Letta è valso un balzo al diciottesimo posto della classifica dei «Bestseller in politica» di Amazon. Avete letto bene: diciottesimo posto. E non di tutti i libri, ma solo di quelli di tema politico.
DOPPIATO
Per di più, scorrendo la classifica, la situazione per il segretario dem si aggrava. Al primo posto, infatti, manco a dirlo, c'è l'arcinemica, la regina dei nazionalismi e dei populismi, Giorgia Meloni, con il suo, «Io sono Giorgia». Anzi, a dirla tutta, Letta riesce nell'impresa di farsi battere due volte dalla Meloni che oltre a essere in testa alla classifica con il libro con copertina rigida, è quarta con il formato Kindle (ovvero quello elettronico). Per non farsi mancare nulla, poi il capo dem si fa doppiare anche da Marco Travaglio che con il suo «I segreti del conticidio» si piazza al secondo (copertina flessibile) e al quinto posto (formato kindle). Scendendo, si trova poi «Il sistema» (sesta posizione), il libro -intervista del direttore Alessandro Sallusti a Luca Palamara, in classifica ormai da mesi; subito dietro il grillino in fuga Alessandro Di Battista con «Contro!». Prima del leader del Pd ecco anche Oriana Fallaci (dodicesimo posto) e Hannah Arendt (quattordicesimo), certo due monumenti della cultura che, di sicuro, però, non godono dei vantaggi della novità. A sopravanzare Letta arriva anche Bruno Vespa (diciassettesimo) e un gradino sopra, quasi uno sberleffo alle battaglie politiche del nostro, spunta il volume di Gianluca Magi sul gerarca nazista Goebbels. Ma forse, la sentenza definitiva e la lapide sulla fatica letteraria del povero Enrico sono poste all'ottava e all'undicesima posizione della classifica: ben dieci e sette gradini sopra il numero uno del Nazareno, compaiono rispettivamente il manuale e quiz d'esame «per il concorso delle dogane e dei monopoli» e quello per superare il concorso del Comune di Roma «per istruttori e funzionari amministrativi». Decidete voi dove stia l'anima e dove il cacciavite.