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Funivia Stresa Mottarone, Maria Giovanna Maglie: "Non voglio fare il menagramo ma ci saranno molti altri episodi come questo"

 Maria Giovanna Maglie

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Si parla della tragedia della funivia di Stresa-Mottarone da Myrta Merlino a l'aria che tira, su La7, e Maria Giovanna Maglie cerca "di separare la morale, lo sdegno che viene naturale dopo queste vicende, dalla necessità dello stato di diritto. Si deve provare l'intenzionalità e devono avere il massimo della pena giusta per quanto hanno fatto", sottolinea la giornalista. Che si dice anche convinta in questo caso che non si tratti "di voler guadagnare di più" ma di voler ricominciare a guadagnare.

 

 

Certo, prosegue la Maglie, "gli accusati sono dei cretini ma l'Italia cade a pezzi e ora cade un po' di più a pezzi". Il problema, insiste la giornalista è che "non ci sono finora i soldi per una manutenzione seria perché non si è guadagnato un centesimo". Per questa ragione, aggiunge la Maglie ci vuole "uno sguardo lucido e laico".

 

 

Quindi fa una previsione inquietante: "Non lo dico per fare il menagramo ma rischiamo che di episodi come questo ce ne siano molti altri perché il problema non è costruire delle buone funivie ma avere il denaro per tenerle al meglio. Questo è il problema dell'Italia oggi".  Quindi conclude in un botta e risposta con Fabrizio Roncone del Corriere della Sera, anche lui ospite della Merlino, "la manutenzione non può risentire della situazione in cui siamo dopo tutti questi mesi di Covid".

Al momento sono state fermate tre persone per la strage della funivia "che avevano un ruolo giuridico ed economico, cioè prendevano decisioni". I tre, ha affermato il procuratore di Verbania, "confidavano nella buona sorte" e che il blocco volontario del sistema frenante di sicurezza non avrebbe mai causato un disastro come quello che domenica ha causato la morte di 14 persone.

 

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