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DiMartedì, Barbara Gallavotti e il coronavirus: "Poi c'è il laboratorio a Wuhan". Parole pesantissime

 Barbara Gallavotti

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La biologa Barbara Gallavotti, ospite fissa di Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, prova a spiegare la questione dell'origine del coronavirus: "Ancora non si è capito come il virus sia comparso a Wuhan. Ci sono sostanzialmente sul tavolo tre possibilità", dice la scienziata. "La prima è che qualcuno, venuto a contatto con un animale infetto, abbia iniziato a diffonderlo all'interno della sua comunità". La seconda ipotesi, prosegue la Gallavotti, "è che il salto di specie sia avvenuto in un‘altra parte dell’Asia, magari al sud della Cina dove si allevano animali selvatici destinati all'alimentazione. Quindi il virus sarebbe arrivato surgelato nella carne di uno di questi animali a Wuhan".

 

 

 

La terza ipotesi, continua la biologa, "chiama in causa il laboratorio di Wuhan dove si studiano virus estremamente pericolosi e che in teoria dovrebbe essere ad altissima sicurezza". Quindi, "il primo a infettarsi potrebbe essere stato uno dei ricercatori di quel laboratorio che era impegnato sul campo a raccogliere campioni di sangue e altri tessuti di animali selvatici. Si sarebbe potuto infettare direttamente se il virus fosse già stato pronto a fare un salto di specie in attesa della sua prima vittima oppure in seguito quando lo ha portato in laboratorio". In questo caso, spiega la Gallavotti, "il virus a contatto con le cellule su cui viene tenuto per replicarsi avrebbe imparato a diventare più pericoloso infettando poi qualcuno dei ricercatori del laboratorio e uscendo dal laboratorio stesso". Una "ipotesi improbabile, tutta da verificare o dimostrando che i primi a infettarsi sono state persone in contatto con il laboratorio di Wuhan oppure dimostrando che si stavano facendo delle ricerche sul coronavirus prima che scoppiasse l'epidemia".

 

 

 

Le autorità cinesi, conclude la biologo, "respingono queste due ipotesi. Eppure il virus da qualche parte deve aver avuto inizio. Per questo motivo 18 ricercatori hanno scritto una lettera alla rivista Science per chiedere di continuare a indagare sull'origine del coronavirus perché dobbiamo evitare che una pandemia così si ripeta in futuro". 

 

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