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Coronavirus, Sergio Abrignani e i vaccini: "Senza obbligo, non fermeremo l'epidemia"

 Sergio Abrignani

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Per battere il coronavirus c'è una sola arma: il vaccino. E tutti devono farlo. O meglio, devono essere obbligati a farlo. "Io sono assolutamente favorevole all'obbligo vaccinale. Già lo dissi a gennaio. Pe questo virus che è un problema di sanità pubblica ci vuole l'obbligo così come lo abbiamo avuto per il vaiolo e per la polio". Ne è convinto Sergio Abrignani, professore di Patologia generale dell'Università degli Studi di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico. Dati alla mano, spiega in una intervista a Il Messaggero, "in Italia l'11 per cento dice che non si vuol far vaccinare, il 7 per cento risponde probabilmente no. Di fatto siamo al 18 per cento e la maggior parte è sotto i 60 anni, non è più un problema individuale".

 

 

Insomma, "se non mi vaccino io causo un danno alla comunità", prosegue il professor Abrignani. "Se in 10 milioni non si vaccinano in Italia rischiano di selezionare nuove varianti che possano diventare insidiose", avverte. Di più, prosegue, "tra l'altro quei 10 milioni mettono a rischio anche i 500mila che non possono vaccinarsi per le loro condizioni di salute". 

 

 

A preoccupare è soprattutto quel milione di italiani nella fascia tra i 60 e i 69 anni, categoria a rischio, per la quale il vaccino è fortemente consigliato. C'è infatti una platea di connazionali non vaccinati, che non risultano nemmeno prenotati sulle varie piattaforme regionali. Non si sa perché non vogliano vaccinarsi, forse per diffidenza, forse perché aspettano una fantomatica immunità di gregge o forse perché vogliono fare il vaccino che hanno in mente loro. Tant'è. I dati parlano chiaro.  E come dice Arbignani se non si vaccinano tutti diventerà difficile vincere la battaglia contro il coronavirus.

 

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