Greta Thunberg, "cicciona vegana pupazzo dell'Occidente". Attacco brutale dalla Cina comunista
Greta Thunberg chiede alla Cina di inquinare meno e i giornali vicini al regime comunista di Pechino la massacrano. Il commento più gentile la definisce "pupazzo", quello più corrivo prende in giro l'eco-attivista svedese definendola "grassa" e suggerendo che non si accontenti della dieta vegana. Una irrisione pubblica a cui la 18enne, che fin da bambina ha conquistato le piazze e le copertine di mezzo mondo, a replicare con insospettabile garbo.
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Tutto nasce dalla replica dell'editorialista del quotidiano statale cinese China Daily a un tweet di inizio maggio con cui la Thunberg chiedeva a Pechino di "cambiare drasticamente rotta" riguardo l'emissione di gas serra di cui nel 2019 il Paese è risultato primo nelle emissioni tra i Paesi sviluppati. Il giornale la definisce sprezzantemente la "principessa ambientale" per poi calcare la mano riprendendo un tweet di Tang Ge: "Sebbene affermi di essere vegana, a giudicare dai risultati della sua crescita, le sue emissioni di carbonio in realtà non sono basse". Di fatto, un modo mascherato per darle della cicciona. "Essere vittima di fat shaming dai media statali cinesi è un'esperienza piuttosto strana anche per i miei standard", ha commentato Greta su Twitter.
In realtà, la critica cinese è anche sostanziale. Greta userebbe "due pesi e due misure", dimenticandosi di criticare allo stesso modo anche il gigante americano ("Lo stile di vita Usa ed europeo è quello che inquina di più la terra", sostiene l'editorialista del China Daily). "La principessa non ha mai piantato un albero nel deserto. Al contrario, è andata in giro, tenendo in mano diversi cartelli di protesta che hanno inquinato l'ambiente". Un "pupazzo in mano all'Occidente", è l'elegante chiosa cinese.