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Giorgia Meloni, le confessioni del fidanzato: "La sua mania che è un vero incubo", ciò che nessuno poteva immaginarsi

 Meloni e Giambruno

Alessandro Giorgiutti
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I sondaggi sono sempre più promettenti (l'ultimo, quello di Swg per La7, ha certificato Fratelli d'Italia secondo partito, per la prima volta sopra il Pd), la leadership del centrodestra sembra sempre più contendibile, e Giorgia Meloni propone al pubblico sempre più volentieri il suo lato privato. Lo ha fatto col suo libro, Io sono Giorgia, da poco uscito per Rizzoli; con varie interviste nelle quali ha toccato temi come la maternità e il difficile rapporto col padre; e da ultimo, indirettamente, con una lunga intervista a Patrizia Groppelli di Chi del compagno di vita (da 7 anni) Andrea Giambruno, giornalista Mediaset, uno che alla qualifica di «compagno di» ci ha ormai fatto l'abitudine («La verità non può dare fastidio: quella famosa è Giorgia, non io...»), rivendicandola anzi, per esempio quando intervenne in diretta tv in difesa della leader di Fdi, omaggiata di insulti irriferibili da un docente universitario: «Io sono il compagno di Giorgia Meloni, che è anche la madre di mia figlia. Sono molto fiero di quello che la mia compagna ha fatto nella vita. Ma ci sono minori che leggono certe schifezze, e io spiegherò a mia figlia quanto sua madre sia valorosa e meritevole...».

 

 

Nell'intervista alla rivista diretta da Alfonso Signorini, a cui peraltro Giambruno dedica parole riconoscenti (fu lui a chiamarlo a Mediaset nel 2009), «il compagno di» si sofferma ancora una volta sul primo incontro con la Meloni (lei rischia di andare in onda a Quinta colonna con una banana in mano, lui si precipita a strappargliela, e a quel punto... «non so dire, i nostri occhi si incrociano in modo strano, è stato un attimo»), rivela la colonna sonora del loro amore (« Io che amo solo te, versione Gianna Nannini nel film Up: la storia di due ragazzi che tra mille avventure vogliono attraversare la vita insieme, invecchiare insieme»), ma soprattutto racconta alcuni tratti del carattere di lei.

 

 

Nell'educazione della figlia Ginevra, per esempio, lui lascia correre mentre lei non transige. D'altronde, Giorgia è una «precisina», anzi qualcosa di più: «Un vero incubo, la sua mania dell'ordine è patologica, arriva a sistemare le penne in scala cromatica». In compenso il suo senso del tempo non è così rigoroso: «Ritardataria cronica. In questo lei è troppo romana e io troppo milanese... Poi ci penso e la perdono: non fa un lavoro qualunque». E a proposito del lavoro di lei: qualche motivo di gelosia, riconosce Giambruno, lo dà: «Conosce e frequenta migliaia di persone e altre migliaia la cercano tutti i giorni. Quando qualcuno eccede o è invadente ovvio che mi infastidisca. Ma quando, presto, sarà la prima donna presidente del Consiglio nella storia d'Italia, andrà anche peggio».

 

 

L'intervista è finita, si è arrivati al punto: le ambizioni della Meloni, in crescita costante. Lei lo ha lasciato intendere anche ieri, rispondendo alla forzista Mariastella Gelmini. Quest' ultima aveva detto che «la scelta di Fi e Lega di rimboccarsi le maniche per tirar fuori il Paese dalla crisi (cioè di sostenere il governo Draghi, ndr.) avrà un peso quando si dovrà individuare il candidato premier». La Meloni ha ribattuto: «Non so cosa volesse dire. Secondo le regole che ci siamo sempre dati il premier lo esprime il partito che ha preso più voti, se qualcuno vuole cambiare le regole lo dica».

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