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Urabo Cairo dà della "deficiente" a Chiara Appendino: ecco che cosa c'è dietro

 Cairo, i tifosi, Appendino 

Il patron del Torino di lascia scappare una frase (sanguigna) sulla sindaca, e l'insulto calcistico diventa caso nazionale...

Francesco Specchia
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Quando dice “deficiente” è, sicuramente, dal latino “deficiere” nel senso di mancante (e infatti mancava l’accordo per il Robaldo, quello che ha fatto incazzare i tifosi). Quando dice “cogliona” trattasi di un’accezione urogenitale fisicamente inappropriata. Comunque sia, nel video rubato di Urbano Cairo presidente del Torino che apostrofa Chiara Appendino sindaca di Torino, si legge ineleganza, certo; ma pure un furor di popolo che rivela empatia e piglio sanguigno tra un signore del calcio e la base del suo tifo.

Per molte ore è diventata virale la ripresa col telefonino di un Cairo che risponde ad un gruppo di sostenitori del Toro richiedenti lumi per il mancato accordo sull’apertura del centro sportivo torinese Robaldo: “Che ne so. Hanno trovato mille scuse. Quella sindaca lì è una deficiente, io non so se voi avete mai votato 5 Stelle, ma è una deficiente. E’ una cogliona”. Alché il tifoso interlocutore (che forse ha proprio votato 5 Stelle) rintuzza: “La differenza la fanno le persone…”. E Cairo ribadisce: “Vero, bravo, hai ragione”. Pausa. “Ma quella lì è una deficiente. Appena va via lei ci abbiamo subito l’autorizzazione”. Un concetto espresso con rara icastia, direbbero i linguisti. Il riferimento del President era alle pastoie burocratiche su cui l’amministrazione comunale torinese sta lasciando galleggiare, da ben cinque anni, il dossier del Robaldo stesso, per motivi tecnici che nessuno ha ancora ben capito: “giudichino i torinesi se questa è una cosa giusta”, avrà modo di chiosare Cairo. Il video incriminato, rilanciato dal sito Dagospia, si chiude con i tifosi del Toro che gridano: “Grazie Pres!”. E un padre che sussurra, del suo Presidente, al figliolo in maglia granata: “Alla fine se ci parli non è neanche male…”. Fine. Non si tratta esattamente di un videotape piccante, né un di un documentario della Bbc. Si tratta di una gaffe. Che, in sé, ha perfino una connotazione affettuosa, nazionalpopolare, dato l’impeto viscerale del presidente del Toro per il destino della squadra.

Ora, ad essere sotto accusa non è il pensiero di Cairo ripreso a loop a sua insaputa; ma il modo in cui l’ha espresso. La scansione delle conseguenze del suo gesto è la seguente. La Appendino commenta: “Come ho detto ieri, preferisco non rispondere a degli insulti, credo che si commentino da soli. Ciò che mi auguro, da sindaca della città, è che il Torino, nelle prossime 2 partite, possa fare i punti necessari per rimanere in A. Nel merito del Robaldo, come il presidente ben sa, non sussistono questioni politiche, ma solo tecniche legate al progetto presentato dalla società, che era lacunoso relativamente all'impianto di illuminazione. È tutto ampiamente spiegato dai tecnici del Comune”. Cairo, imbarazzato del fatto di essersi ritrovato sbattuto in prima pagina su Tuttosport, si scusa: “Si tratta di un video rubato, di una conversazione privata con poche persone. Non ho mai mancato di rispetto a nessuno, se l’ho fatto in questo caso con la sindaca Appendino chiedo scusa”; anche se, sulle lungaggini esasperanti del progetto di riqualificazione del Robaldo, il tycoon continua a tirar mazzate al capo di gabinetto della sindaca Luca Palese. E cita l’ok del Coni e il coinvolgimento assai inoperoso di ben tre assessorati tre Assessorati di Torino: Sport, Ambiente e Urbanistica. E vabbè.

La sindaca registra le scuse di Cairo, e la si chiude lì. Forse. Perché, poi, la polemica spentasi nella vita reale, s’attizza nel web. Salta fuori una fotografia della sindaca in posa, pallone al piede, che indossa la maglia della Juve (“Ora tutto si spiega…”). Si schierano le rispettive tifoserie. E sfarfallano i mille commenti sui veri problemi dei due contendenti. Tipo la Appendino che annaspa nel suo periodo politicamente più buio, nei rapporti con la sua giunta, decisa a mollare una poltrona che scotta per le pendenze giudiziarie e il secondo figlio in arrivo. E tipo Cairo che si trova in difficoltà sia per le performance del Toro nell’odor di serie B, sia per la vittoria del fondo Blackstone nell’arbitrato contro Rcs a causa della vendita del palazzo del Corriere della sera in via Solferino: 120 milioni di euro accompagnati da un contratto di affitto dello stabile a 10,3 milioni l’anno (Cairo aveva accusato gli americani di usura). Poi la discussione, col tutto il suo carico di pesanti aggettivi, si sposta, inevitabilmente, nei Bar Sport, al lunedì mattina, come tra le pagine di un libro di Stefano Benni. E c’è chi azzarda il paragone tra Cairo e le folgori verbali di Costantino Rozzi storico presidente dell’Ascoli Calcio; chi cita i guizzanti vilipendi di “Viperetta” Ferrero alla Samp; chi richiama il piglio di Alberto Sordi patròn invincibile del Borgorosso Football Club. Chi la butta sul politico. Il calcio è -alla Soriano- dubbio costante e decisione rapida. Certe volte anche troppo…

 

 

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