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Tagadà, Matteo Bassetti massacra Roberto Speranza senza nominarlo: "Ripicca. Con gli ospedali vuoti...", lo sfogo dell'esperto

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Promosso in parte il sistema a colori per frenare l'emergenza coronavirus. Matteo Bassetti, in collegamento con Tagadà su La7, non ha dubbi a riguardo: "Il sistema a colori va bene come principio di massima". Secondo l'infettivologo del San Martino di Genova si tratta di un "principio locale, è evidente che in un Paese con numerosi abitanti, la situazione nel futuro sarà diversa in termini di contagio". Il problema su cui il governo si deve focalizzare è un altro: "I parametri". "L'indice Rt - spiega ad Alessio Orsingher, in assenza di Tiziana Panella -, è vecchio. Se io oggi ho dieci contagi e domani venti, il mio Rt rischia di andare a raddoppiarsi anche se i numeri sono esigui". Da qui l'appello: "L'Rt deve essere solo uno dei parametri e non quello principale". 

 

 

L'esperto chiede infatti che venga preso in considerazione "l'Rt ospedaliero, il riempimento della terapia intensiva e la percentuale di popolazione vaccinata, perché oggi abbiamo regioni che corrono e molto". Il rischio, dunque, è che alcune regioni diventino arancioni quando gli ospedali sono deserti. Più contrariato invece sul coprifuoco. Bassetti ammette che sì serve cautela, ma "com'è oggi il coprifuoco, cioè alle 22, è anacronistico".

 

 

L'Italia - è il suo ragionamento - ha abitudini alimentari diverse dalla Germania, "noi ceniamo alle 20, alle 20.30 e addirittura alle 21". L'effetto di tutto questo potrebbe addirittura essere l'opposto: "Se tu limiti in tre ore quello che potremmo fare in quattro o cinque, finisci ad avere un effetto contrario, perché il coprifuoco nasce per disincentivare la gente ad andare fuori di sera, ma la gente fuori ci va ugualmente". Insomma, per Bassetti lasciare l'orario di rientro obbligatorio nelle proprie abitazioni alle 22, "è una ripicca", conclude Bassetti picchiando duro. E chissà come fischiano le orecchie a Roberto Speranza.

 

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