Giampiero Mughini contro Michela Murgia: "Il suo libro trai più venduti? I posteri si faranno una strana idea"
Giampiero Mughini recensisce l'ultimissimo libro di Luigi Mascheroni, intitolato Libri, secondo volume di una nuova collana dell'editore Oligo di Mantova. Scrive Mughini: "Questo libro lo ha scritto nell'intento di demitizzare l'idea che il leggere sia un 'piacere' e che la sorte migliore di un libro sia quella di esser letto 'tutto d'un fiato'. Leggere è una scelta faticosa, talvolta ardua, talvolta ti ci devi arrampicare a mani nude per le pareti di un libro". Una scelta difficile, soprattutto in un Paese in cui vengono pubblicati 70mila volumi ogni anno e dove "non c'è vedette televisiva che non ne firmi uno dopo esserselo fatto scrivere da un ghost writer. Il libro è una sfida, non un passatempo" accusa Mascheroni nel suo volume.
Scrive ancora Mascheroni: "L'importante non è leggere indistintamente o prendere un libro in mano solo perché pacifica la coscienza. Bisogna intendersi su quale libro. Tra Alberto Arbasino, o Guido Ceronetti, e gli ultimi venti Premi Strega; tra Cesare Pavese e il romanzo di un youtuber o di un deejay; ma anche soltanto fra Aldo Busi e Jonathan Bazzi; o fra Anna Maria Ortese e Teresa Ciabatti; ecco fra questi estremi ci sono dieci gradi di separazione a livello di costruzione narrativa, venti di ricchezza espressiva, e cinquanta per capacità di costruire un mondo e una lingua".
"Leggere è ogni volta un'avventura ed è bene che lo sia" commenta Mughini. "E questo vale tanto per un romanzo quanto per un saggio. Premesso che il pubblico potenziale della saggistica colta, quella che non ripete a ogni riga quanto sia brutta la mafia o prende a calci negli stinchi ora Silvio Berlusconi ora Matteo Renzi, è oggi del 30/40% numericamente inferiore a quello di 10/15 anni fa". Mughini passa poi all'attacco diretto dei saggisti più "conformisti". "Di certo i posteri si faranno una strana idea del nostro tempo" sottolinea Mughini "stando al fatto che in cima ai saggi più venduti in questi ultimi mesi c'è stato un libro di Michela Murgia, sia detto senza voler offendere nessuno".
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Mughini ribadisce poi la "bellezza" del libro di Mascheroni, sferrando tuttavia una piccola osservazione dissenziente: "Lì dove Mascheroni dice che uno potrebbe tirar via dalla propria biblioteca i libri ormai 'superati'. Ma nemmeno per idea. Ciascuno di quei libri contrassegna (e immortala) un momento della nostra esperienza umana che ogni giorno che passa 'supera' sé stessa. Sta in questo il valore della biblioteca, il palpitante archivio di ciò che abbiamo vissuto e di ciò in cui abbiamo creduto" conclude il giornalista.