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Vittorio Sgarbi, il patto con Giorgia Meloni per le elezioni 2023: i segreti svelati dell'uomo che sa (quasi) tutto

Renato Farina
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Vittorio Sgarbi non perde una seduta della Camera. Ha il cancro e sta lì. «Il tumore mi indebolisce, ma a sua volta le radiazioni - me ne mancano ancora dieci - indeboliscono lui. Ne limitano l'avanzamento. Ho fiducia in Dio e nella scienza che non è in contraddizione con la fede, perché l'ha creata lui. Una volta usava i santi per i miracoli, adesso adopera con me la radioterapia che rinsecchirà e alla fine lo farà morire. Ha eliminato dalla mia vita la parte sessuale che, del resto con l'età, si era già rarefatta e non ritengo così decisiva. Mantengo il gusto della libertà. E credo per questo che la proposta politica mia del Nuovo Rinascimento sia quanto di più interessante possa esserci per dare forza tra i giovani alla coalizione di centrodestra, dove Forza Italia è sparita, è un nobile ricordo del passato, per i ragazzi è un bicchierino per i vecchi, come il Fernet Branca». In un istante è passato dal suo cancro alla libertà e alla politica, dal suo intimo all'universale. 

 

L'uomo è così. È un grande sottovalutato. Per negarlo fa comodo situarlo nelle graduatorie delle presenze televisive, dove a sorpassarlo ci sono soltanto Marco Travaglio e Andrea Scanzi. Tutto lo chiamano, tutti lo vogliono, come Figaro, ma non è mica un barbiere, non può essere trattato come uno in testa al gruppo di quelli che hanno la brillantezza della parlantina che sommata all'intemperanza monumentale sono in grado di alzare lo share, l'audience eccetera. Vittorio Sgarbi è nato a Ferrara 69 anni fa. È stato eletto deputato per la prima volta nel 1992, per il Partito Liberale 

MASCHERA E MASCHERINE
Bisogna tornare a guardare lo Sgarbi che è, quello profondo, che forse spaventa anche lui medesimo, davanti alle cui cime abissali preferisce ritrarsi preferendo mettersi la maschera di Sgarbi, in una riedizione permanente dell'uno, nessuno, centomila Sgarbi. Ho detto che Vittorio si mette la maschera. In effetti si è avuto buon gioco da quando ne è partito l'obbligo a smontarne la potenza rivoluzionaria riducendolo a perdigiorno che con tutti i problemi che ci sono si è fissato nella lotta contro le mascherine. Come si fa a non capire? Egli ha visto in questo orpello da niente, di pochi grammi probabilmente inutili e magari dannosi, il particolare che ha rivelato l'essenza del diavolo che domina il mondo e in particolare l'Italia, l'odio per la libertà. 

 

Che a lui è cara quanto la giustizia. Bisogna aprire Sgarbi come una scatola di tonno per vedere che sotto la latta del suo presenzialismo e delle sue intemerate c'è lo stesso fenomeno delle chiese bizantine: sono un deposito di mosaici imperdibili. Quest' uomo è un intellettuale, ma non soltanto perché ha accumulato letture ed esplorato migliaia di musei e percorso ogni dove d'Italia e d'Europa alla ricerca della bellezza, ma perché nessuno come lui oggi nel nostro Paese e tra pochissimi nel mondo che quando scopre una pietra lucente nel deserto, oppure ascolta un canto nella foresta della metropoli, lascia cadere tutto il suo sapere, i libri, le mille pareti piene di capolavori, ed è nudo davanti alla bellezza, e si stupisce. E lo indica a tutti, come quel tale che trovato il vino del paradiso scrisse sull'insegna dell'osteria: Est! Est! Est! Questo vale per un quadro che a Madrid seppe indicare come autentico Caravaggio, non quando era giovane, ma pochi mesi fa, mentre il cancro già lo assaliva. 

E questa qualità non riguarda solo l'arte o i panorami che sono l'arte di Dio rovinata dagli uomini, ma anche nella vita sociale. Egli sa riconoscere e indicare il punto di fuga dal niente che ci circonda. Con il suo apparente perpetuo moto alla ricerca del piacere e della libertà ha tessuto l'elogio del cattolicesimo, della trasgressione del credo, lui che appare essere un adoratore dell'effimero, ma in realtà sfida le libellule, cerca il mistero per cui anche alle piccole scintille che muoiono mentre le guardi è stato concesso di esistere e di incantarci. 

 

DISCORSI MAI FUTILI
Del suo cancro ha parlato lui stesso alla Camera dei deputati, il 21 marzo scorso. E c'era come sempre di mezzo la maledetta mascherina, che per lui è più grave del tumore che lo afferrato proprio per le palle, essendo ai testicoli, ma non lo ha schiavizzato come di solito si intende con questa espressione. Sgarbi è deputato, si sa. Sul sito camera.it potete leggerne i discorsi. Non ce n'è uno dei dodici che ho contato nell'ultimo anno che sia futile, che non c'entri con le questioni decisive della libertà e della giustizia. Sempre partendo non dai valori astratti, ma dal particolare qui e ora. Facevano così i grandi filosofi e retori nelle università medievali, e prima ancora nelle scuole socratiche e peripatetiche. Esagero nell'esaltazione? Come direbbe Mario Draghi, mi espongo a un «rischio ragionevole». 

Si accorse delle sue qualità straordinarie anzitutto Giovanni Testori, un altro che fulminava la realtà, con altra tempra e storia, ma con uguale amore per l'arte. Comprese che Sgarbi aveva quella cosa che si chiama «occhio», prerogativa delle anime carnali e finissime. Lo fece valorizzare da "Il Sabato" settimanale dove guidava alcuni ragazzi tra cui chi scrive. Esordì sulle scena nazionale grazie a Vittorio Feltri che gli offrì le pagine dell'Europeo. Poi a consacrarlo pensò Maurizio Costanzo. 

Trascrivo qui parte dell'intervento appena citato, del 23 marzo 2021. Presidente Andrea Mandelli: Ha chiesto di intervenire l'onorevole Sgarbi, per tre minuti. Ne ha facoltà. Vittorio Sgarbi: Illustre Presidente Mandelli, in ordine alle vicende umane e sanitarie che mi hanno fatto conoscere di avere avuto, nel mese di dicembre, il Covid e quindi di avere gli anticorpi; in ordine alla ricetta medica, al certificato presentato alla Presidenza, che prescrive che io possa parlare senza utilizzare la mascherina; in ordine al fatto che, dopo ulteriori visite, risulto affetto da cancro, le chiedo di poter parlare senza la mascherina. Presidente: Onorevole, per ora le chiedo la cortesia di mantenere la mascherina; lo farò presente al Presidente Fico. Sgarbi: Non mi aspettavo altro che questa risposta, ma questo indica lo stato di irrazionalità per cui un malato di una malattia reale è costretto, per una malattia di cui è immune e che non può trasmettere Presidente: Onorevole Sgarbi, lei avrà la cortesia di aspettare questa risposta. Concluda l'intervento. Sgarbi: La questione, appunto, è questa, cioè la condizione di irragionevolezza della quale noi viviamo, non rispetto a un tema sanitario che richiede da ognuno di noi prudenza, ma rispetto a un contagio della mente. 

 

In aprile interviene sull'abuso della lingua nel dar nuovi nomi ai ministeri, che non è pinzillacchera ma stupro dell'Italia in sé. Altro che esercizio di erudizione. Snuda la verità. Dice: su quello dei Trasporti ora della Mobilità sostenibile: «Mi dovete spiegare: esiste la lingua italiana nell'anno di Dante oppure la mobilità sostenibile è un'enorme bugia che non significa nulla? Cosa vuol dire mobilità sostenibile? Andare più lentamente, andare in modo diverso? È un sintagma inventato da un mondo di persone che non pensano e si coprono delle parole». 

PUNTO DI EQUILIBRIO
Ancora: «Improvvisamente ci rendiamo conto, nel 2021, che abbiamo bisogno di transizione ecologica e non di ambiente. Ma cosa vuol dire "transizione ecologica"? È un cambiamento di sesso dell'ecologia? È un cambiamento di sesso dell'ambiente? È una parola insensata, inventata da menti deboli per pensieri che non hanno». Sgarbi spiega a Libero di esserci sempre. Che è per il referendum di Lega e radicali sulla giustizia. Che è l'unico candidato di centrodestra al comune di Roma, dove rappresenta «un punto di equilibrio, come Calenda per la sinistra». Presenterà le sue liste di Nuovo Rinascimento per le elezioni municipali di settembre anche a Milano, dov' è candidato, e poi a Bologna, Torino, Napoli e da tante altre parti. 

È d'accordo già con Giorgia Meloni di poter entrare a pieno titolo nella coalizione per le elezioni del 2023. Sarà questo il centro: «I figli dei deputati di Forza Italia non sanno neppure più chi sia Berlusconi, credono sia una reliquia. Mentre tutti conoscono me, perché ho difeso la libertà, e ho spiegato che - scientificamente! - chiudere ristoranti, pub, musei, cinema e teatri è un'idiozia. Con le mie stesse idee la presidenta Isabel Díaz Ayuso ha fatto stravincere questo maggio il Partito popolare e il centro destra a Madrid». Al diavolo il cancro, e viva la libertà.

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