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Non è l'Arena, il giornalista insegue l'ex segretaria di Davigo: "Come le Brigate rosse", parole pesantissime

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A Non è l'Arena su La7 l'inviato di Massimo Giletti si mette sulle tracce di Marcella Contrafatto, funzionaria del Csm sospettata dalla Procura di Roma di essere il "corvo" che ha diffuso i verbali segreti di Piero Amara spedendoli nelle redazioni del Fatto quotidiano e di Repubblica e a vari consiglieri del Consiglio superiore della magistratura nella speranza, è il sospetto degli inquirenti, di "avvelenare" il clima e far esplodere la magistratura italiana. Sullo sfondo, infatti, ci sono sempre veleni personali, guerre tra toghe, dossieraggi, nomine importantissime come quella per il capo della Procura di Milano, da cui non a caso è partito tutto. 

 

 

 

 

Quei  verbali sono stati consegnati nella primavera 2020 dal pm milanese Storari all'allora membro del Csm Piercamillo Davigo, di cui la Contrafatto era segretaria. In quelle carte, l'avvocato d'affari Amara parlava della presunta loggia segreta Ungheria, che raggruppava toghe, ufficiali della Guardia di finanza e politici. Storari contestava ai suoi capi la decisione di non procedere all'apertura di una inchiesta e per questo si era rivolto a Davigo, che però non ha mai portato formalmente il caso davanti al Csm.

 

 

 

 

Il giornalista di Giletti segue la Contrafatto fino al portone di casa, ma la funzionaria del Csm non parla, e si copre il volto. Parla invece il suo compagno, Fabio Massimo Gallo, importante magistrato oggi in pensione. Smentisce l'ipotesi che sia stata la Contrafatto a far recapitare nelle redazioni i verbali. "Davigo ha definito il tentativo goffo, ed è vero. Le pare che uno manda un plico anonimo in quel modo? Se uno vuole farlo, va in redazione, lo lascia e arrivederci. Come facevano le Brigate rosse".

 

 



 

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