Fedez, Pippo Baudo contro il ddl Zan: "Durante il suo discorso gli avrei spento le telecamere"
Un Pippo Baudo da applausi. Anche il conduttore ha voluto dire la sua sul Ddl Zan e la polemica innescata da Fedez dal palco del Concertone del Primo maggio. "Quanto si prefigge il Ddl Zan è già previsto dalla nostra Costituzione nei primi 12 articoli, quelli fondamentali - tuona senza mezzi termini raggiunto dall'Adnkronos -. Lì si legge chiaramente, al primo comma dell’articolo 3, che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, oltre che di condizioni personali e sociali. Il Ddl Zan è un raddoppio".
A differenza del cantante marito di Chiara Ferragni, Baudo è contrario alla legge contro l'omotransfobia perché "abbiamo fra le più belle carte costituzionali del mondo. È inutile aggiungere un’altra legge che confonde le cose. La nostra Costituzione è perfetta ed è garantista al massimo. Il Ddl Zan è la complicazione delle cose semplici. La vita che facciamo e, in particolare, la vita che conduciamo in Italia, ci ha dato tutte le marce che ci servono per vivere tutti insieme con tutte le diversità e le mentalità che si possono avere". Poi non può mancare il riferimento a Fedez, in questi giorni al centro della cronaca per aver attaccato Matteo Salvini e il suo partito. Il motivo? Sono contrari al disegno di legge. Non solo, perché l'invettiva che il rapper ha tenuto dal palco del Concertone era rivolta anche a Viale Mazzini, a suo dire intenzionati a censurarlo.
"Se avessi condotto io il Concertone del Primo Maggio avrei spento le telecamere a Fedez durante il suo discorso - prosegue anche in questo caso senza peli sulla lingua - Per querelarlo è troppo tardi, equivarrebbe solo fargli il doppio della pubblicità". Per lui "Fedez ha esagerato. Poteva fare spettacolo, mentre fa ogni cosa per essere protagonista. E ha sbagliato a fare quel discorso in una sede che non era sua. L’errore che ha commesso la Rai - scandisce Baudo - è stato quello di non dire semplicemente che quel palcoscenico era il suo e a lei competeva l’autorizzazione. Chiedere il testo dell’intervento di Fedez è stato senza dubbio corretto. Se tu vieni a casa mia e io ti ricevo nel mio salotto, io voglio sapere cosa ci vieni a fare. E poi gli argomenti che Fedez ha toccato sono complicati e non si può utilizzare il mezzo pubblico in maniera così indiscriminata. Bisogna stare attenti perché si ripercuote sulla società in modo divisivo".
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