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Roberto Formigoni e Mario Draghi, parole pesanti sul futuro del premier: "Il cavaliere bianco, di chi sarà il leader"

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"Sono stato condannato per corruzione, ma l’avvocato Franco Coppi, uno dei più grandi penalisti italiani, ha dichiarato pubblicamente condannato senza una colpa e senza una prova": Questo il pensiero di Roberto Formigoni condannato a  5 anni e 10 mesi di carcere. Dopo 150 giorni di detenzione nel carcere di Bollate, ora  sta scontando gli arresti domiciliari, in attesa di essere affidato ai servizi sociali. "Posso uscire due ore al giorno, al mattino, ma posso vedere gli amici. In attesa che il Senato decida riguardo alla mia pensione. Non il vitalizio, ma la pensione accantonata negli anni e detratta dai miei emolumenti. Sono 2.200 euro che il Senato vorrebbe togliermi. Come occupo il mio tempo? Sono uno spirito attivo. Mi sono inventato piccoli lavori per mantenermi, studio e leggo molto. E ricevo un mucchio di gente. Anche giovani che vengono a chiedere consiglio".

 

 

 

Al giornalista del Giorno che gli chiede quali consigli gli vengono richiesti, Formigoni, ex notabile Dc ed ex presidente della Regione Lombardia con il pallino della politica internazionale, risponde: "Consigli per fare politica. Dedico a loro lezioni di gruppo, gratuite. Ma una scuola di formazione scientifica mi ha invitato a tenere un corso dal prossimo autunno, questa volta remunerato. Una scuola di politica", svela Formigoni.

 

 

 

Il suo giudizio sulla politica italiana di oggi è chiaro: "Sempre più debole e gli italiani sempre più confusi. Auspico la rinascita di un centro che non sarà la Dc, ma una forza moderata che sappia mediare fra destra e sinistra. Chissà che non spunti un cavaliere bianco... Chi potrebbe essere? Secondo me Mario Draghi. Se dovesse scendere nell’agone politico potrebbe incarnare perfettamente questo coraggio di cambiare le cose", sentenzia il Celeste che ha da poco pubblicato un libro Una storia popolare: bilancio di una vita in politica, senza rimpianti e con poche ammissioni, spiega: "non quella di colpevolezza".

 

 

 

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