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PiazzaPulita, Luca Palamara sui processi contro Silvio Berlusconi: "Non c'era opposizione politica, eravamo noi a farla"

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Si toglie altri sassolini dalla scarpa Luca Palamara. L'ex membro del Consiglio superiore della magistratura, indagato per corruzione e finito nell'occhio del ciclone per aver scoperchiato il vaso di Pandora della giustizia italiana, è tornato su Silvio Berlusconi. E lo ha fatto a PiazzaPulita, in un faccia a faccia con il conduttore di La7 Corrado Formigli. "Tra il 2008 e il 2012, a seguito della caduta del governo di centro-sinistra per un’indagine giudiziaria nei confronti della moglie dell'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella, la magistratura vive il periodo più duro dei conflitti". E ancora: "I processi contro Silvio Berlusconi determinano delle riforme in quel contesto punitive e io racconto che l’ANM di quegli anni aveva una marcata caratterizzazione politica, il ruolo di sindacato aveva lasciato il posto all’opposizione politica”. Per rendere il tutto più chiaro l'ex pm rimarca che "in quegli anni non c'era un'opposizione politica, l'opposizione la facevamo noi. Quel mondo si ricompatta quando arriva al governo il centrodestra".

 

 

Poi Palamara si lascia andare a quello che definisce "un inedito": "Quando noi dovevamo far aderire tutti agli scioperi, dovevo andare a convincere i magistrati a scioperare". Da qui la domanda è lecita: "Molti mi chiedevano 'ma perché dobbiamo scioperare?'. Qua stiamo parlando di processi che la Procura di Milano fa nei confronti di un politico. E allora perché dobbiamo andarci di mezzo tutti? Questa era la situazione nella quale mi trovavo a operare".

 

 

Una situazione che ha denunciato all'interno del suo libro "Il Sistema": "Il 2013 era caratterizzato da un forte scontro tra la magistratura e Silvio Berlusconi e la magistratura si compattava, realizzando un sistema". E ancora: "Il fatto di compattarsi contro Berlusconi significa che la magistratura ritiene in quegli anni di mantenere la sua autonomia ed indipendenza in questo modo". Oggi, conclude Palamara, "c’è la volontà di dire riflettiamo su quello che è accaduto".

 

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