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Le Iene, Vlaimir Luxuria e il gesto osceno contro Adinolfi. Dagospia brutale: "E la Gestapo gay che dice?"

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Vladimir Luxuria sfotte Mario Adinolfi su cibo e riferimenti omosessuali espliciti e Dagospia, provocatoriamente ma non troppo, domanda: "Se fosse stato un etero, la Gestapo Arcobaleno che avrebbe fatto?". Sono tempi duri, per chi si oppone al Ddl Zan. Alle Iene va in onda l'intervista alla trans più famosa d'Italia, nonché ex parlamentare di Sel, che prende di mira ovviamente il giornalista ultra-cattolico e sostenitore del Popolo della famiglia. 

 

 

 



"I gay sono tutti parrucchieri, ballerini o stilisti?", domandano le Iene a Luxuria. "Vi assicuro che esistono anche gay fornai. Magari Adinolfi ti sei mangiato una baguette fatta dalle mani di un gay, fattene una ragione". E via con il classico, inequivocabile gesto del braccio. Commento lapidario di Adinolfi su Facebook: "Se avessi mai osato coniare analoghi gesti e battute nei confronti di Luxuria, oggi i carabinieri sarebbero venuti ad arrestarmi. La volgarità si commenta da sola, fa capire chi sono i veri potenti, ormai inclini alla prepotenza".

 

 

 


"Ho conosciuto il significato di omofobia quel giorno in cui sentì una brusca frenata. Da una macchina uscirono quattro ragazzi con delle spranghe di ferro. Mi davano del ricc***e picchiando con odio e cattiveria", rivela al programma di Italia 1 Luxuria, molto critica nei giorni scorsi contro il monologo volutamente "politicamente scorretto" di Pio e Amedeo a Felicissima sera su Canale 5, venerdì scorso. "Ai tempi - ricorda Vladimir - non si denunciava perché non ne parlavano né giornali né televisioni. Sembravano botte che quasi ci meritavamo". "Oggi - spiega passando al Ddl Zan - è possibile mettere delle aggravanti per reati legati a motivi etnici, nazionalità o religiosi. Chiediamo di fare altrettanto per orientamento sessuale e identità di genere". Su Pio e Amedeo e il loro sketch sui "ric***i" rivela: "Li conosco da tanto tempo. Con loro siamo andati in Russia da Putin a urlare ‘Gay is ok’ in russo. Hanno provato con me che cos’è l’omofobia, quando ci hanno acciuffati portandoci via a folle velocità in macchina. Li ricordo piangere, si sono cag***i sotto. Ora li vediamo ridere. Lo so che non sono omofobi, nello sketch che hanno fatto sembra che alla parola ‘fr***o’ ci si possa ridere sopra. Posso farlo io che sono autoironica: un adolescente non ci ride, piange. Si sentirebbe ferito",


 

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