Roberto Burioni, la resa finale sul Coronavirus: "Varianti e immunità. Mettetevi l'anima in pace, non sappiamo niente"
Siamo alla resa finale. La verità è che da più di un anno dallo scoppio della pandemia del Coronavirus, nessuno, nemmeno gli scienziati, riesce a rispondere a determinate domande. "Quando raggiungeremo l'immunità di gregge? Ci sarà bisogno di un richiamo? Quanto durerà l'immunità? Emergeranno nuove varianti?", scrive Roberto Burioni in un post pubblicato sul suo profilo Twitter, ricordando le domande che gli vengono rivolte più spesso sul Covid. "Io consiglierei a tutti i giornalisti e a tutti i lettori di mettersi l'anima in pace", quindi, a caratteri cubitali, conclude il virologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: "Non lo sappiamo. Per cui inutile domandare, scrivere e leggere".
Ed è un controsenso per Burioni pure il cosiddetto "green pass" per gli spostamenti tra una regione e l'altra del nostro Paese. "Il tampone recente per avere il ’pass’ è un pericolosissimo controsenso. Dal punto di vista medico, gli unici che potrebbero muoversi con maggiore libertà sono i vaccinati e i guariti. Il resto è una sciocchezza”, tuonava ieri 5 maggio il professore sempre su Twitter.
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Per spostarsi infatti, il nuovo decreto del governo prevede un certificato in cui si attesti una di queste tre condizioni: "Un tampone negativo eseguito nelle ultime 48 ore, la guarigione da Covid negli ultimi sei mesi, e la vaccinazione con la seconda dose". Per ora la regola vale solo tra le regioni, ma l'obiettivo è di aprire il Paese ai vacanzieri stranieri. Per farlo, tecnicamente si dovrà passare da una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. L'ultima, emanata il 30 aprile scorso, scadrà il 15 maggio, la nuova consentirà un 'allentamento graduale', col risultato di evitare i 5 giorni di quarantena a chi dall'Europa arriva in Italia. Il problema, come dice Burioni, è che non ci sono risposte a tutte le domande.