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Alessandro Sallusti insultato, la vergogna di Massimo Fini sul Fatto: "Peggio di una prostituta di strada, ti spacco. Hai perso le p***e?"

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Una valanga di insulti personali, quella di Massimo Fini contro Alessandro Sallusti, che forse solo Marco Travaglio e il Fatto quotidiano potevano accettare di pubblicare. La polemica tra i due giornalisti infatti è trascesa, e l'opinionista del Fatto è passato alle contumelie e, è il caso di dirlo, alle minacce. La colpa del direttore del Giornale? Averlo definito annebbiato dall'odio contro Silvio Berlusconi e anche da un certo risentimento per non essere mai entrato nella sua "scuderia". E quando Sallusti lo definisce "bravo scrittore", Fini perde letteralmente il controllo, scrivendo di lui come di un "personaggio squallido". Ma è solo l'inizio. 

 

 

 



Fini inizia a elencare i meriti della sua carriera da giramondo e gira-redazioni, "mentre l'orizzonte fisico e culturale di Sallusti non è mai andato oltre il lago di Como". Quindi ricorda tutte le volte che ha detto no ai tanti soldi che Berlusconi, per interposto direttore (compreso lo stesso Sallusti) gli avrebbe offerto per lavorare nei suoi giornali. Solo un preambolo, per partire poi con le offese: "Sallusti è un uomo che si è ucciso a furia di vendere la propria dignità, peggio delle put***e da strada che peraltro oggi quasi non esistono più essendo entrate, in un modo o nell'altro, nei salotti buoni". "Contro certi soggetti - esagera Fini - non c'è che la violenza. In 'modica quantità' naturalmente (Marco "stai sereno"): un cazzotto sul grugno a spaccargli il naso e a fargli saltare la dentiera, un sinistro allo stomaco e, mentre si piega per il dolore, un destro alla mascella per rompergliela",  è la sua libera e feroce citazione di Fred Buscaglione.

 

 

 

 

Provocazione intellettuale? Può darsi, ma Fini sembra fare sul serio: "Propongo qualcosa che è al limite della legalità ma che un tempo regolava i rapporti fra uomini d'onore: un duello. Alla pistola. A Sallusti lascio il primo colpo. Ma, a differenza della prima volta, se lo sbaglia, non tirerò, come mi ero ripromesso, in aria, non avrò misericordia". Fini, come noto, ha problemi alla vista ma non si placa: "In quest'anno di lockdown, annoiandomi a morte, andavo tre volte alla settimana al poligono di tiro e sono in grado di colpire un bersaglio a 30 metri". Quindi, conclude, Sallusti "ci faccia vedere se oltre alla dignità ha perso anche le pal***e".


 

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