Mauro Romano, "quando lo sceicco ha saputo di Mauro, è accaduta una cosa strana": spunta la richiesta dell'estratto di nascita
Una storia che racchiude un mistero, quella di Mauro Romano, il piccolo scomparso nel lontano 21 giugno del 1977 da Recale (Puglia) e che la mamma rivede nello sceicco Mohammed Al Habtoor. Nessuna certezza, ma due coincidenze che pesano come macigni nel cuore della famiglia di Mauro. "All’inizio - ha spiegato a Oggi il fratello Antonio il momento in cui mamma Bianca ha notato la somiglianza tra i due - quando ce lo ha detto, non le avevo creduto. Pensavo: com’è possibile che sia finito laggiù? Per curiosità mi sono messo a cercare le sue foto su Internet. Ho subito notato la cicatrice sul sopracciglio, che è come quella di mio fratello. Mauro se l’era fatta con me: eravamo con la zia in sella a un Ciao (un vecchio modello di motorino, ndr), lui è caduto e si è aperto tutto un buco sopra l’occhio. Una cicatrice sul sopracciglio non significa nulla, mi dirà lei". Eppure c'è un'altra coincidenza: "Però mia madre continuava a dirci: “Lo sento negli occhi, nello stomaco, che è lui”. Ho cercato meglio, ho trovato foto più “pulite”. E ho scoperto che Mohammed e Mauro avevano un’altra cicatrice in comune, sulla mano destra. Le coincidenze erano due: mi bastavano per cominciare a cercarlo".
E così è stato. Diversi i contatti con Al Habtoor che terminavano in tante promesse e altrettanti nulla di fatto. Lo sceicco alle richieste di Antonio di incontrarsi ha sempre risposto: "Sì, verrò. Non so quando, ma verrò". Risultato? "Non è mai venuto", ha ammesso deluso Antonio. Non è finita qui perché il fratello di Mauro ha spiegato di essere volato a Dubai, dove lo sceicco risiede, dopo un suo invito. Anche in quel caso Al Habtoor non si fece trovare. Di più: "La sera tardi mi ha risposto un signore, in francese. Mi ha detto: “Benvenuto a Dubai, Monsieur Romano. Si faccia un bel giro”. Io gli ho detto che ero venuto per incontrare “Max” e lui mi ha gelato: “Le consiglio di rientrare a casa al più presto”. E ancora: "Ho avuto paura. Forse ho sbagliato, e non sa quanto me ne pento, ma il mattino dopo sono corso in aeroporto e ho preso il primo volo per Monaco di Baviera. Alla reception ho lasciato una scatola di cioccolatini svizzeri per Mohammed: so che è passato a ritirarla".
Ma è un altro viaggio a sollevare i tantissimi dubbi, quello a Roma. Al Habtoor alloggiava lì dopo aver fissato un primo appuntamento con Antonio, così - prosegue - "ho preso la macchina, mi sono fatto quei mille chilometri. Lui stava all’hotel Excelsior, l’ho chiamato cento volte al cellulare, ma non si è fatto trovare. Stavamo tornando in Svizzera, quando ho ritentato: ha risposto qualcun altro. Io mi sono offerto di tornare indietro, ma quel signore mi ha ghiacciato: “Continui il suo viaggio, torni a casa”. Poi è successa una cosa strana: qualcuno ha telefonato al comune di Racale per chiedere l’estratto di nascita di Mauro Romano". Antonio, infatti, qualche settimana prima aveva detto allo sceicco della ricerca del fratello Mauro.