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Marco Travaglio agita manette e si copre di ridicolo: "Cav indagato, Salvini imputato, Renzi indagato". Toh che caso, chi scorda

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Negli ultimi giorni Marco Travaglio sembra soffrire di memoria corta. Il direttore del Fatto Quotidiano che mai si perde un guaio giudiziario, altrui però, sembra essersi dimenticato proprio quello dell'amico Beppe Grillo. I fatti vanno oltre quelli del figlio Ciro accusato di stupro, su cui sarà la magistratura a fare chiarezza. A non fare dormire sonni tranquilli Travaglio è l'incoerenza del fondatore del Movimento 5 Stelle. Dopo aver sputato sentenze a suon di "vaffa" e avvisi di garanzia, ecco che Grillo ha scoperto sulla propria pelle i danni irreparabili di un processo mediatico

 

 

Ecco dunque la capriola: Travaglio da una settimana non fa che essere il paladino dei garantisti. Grillo "non ha sbagliato a difendere il figlio" perché sarà il Gup a decidere se Ciro va processato o meno, anche se tutti "parlano come se lo stupro fosse già certo, senza non dico una sentenza, ma neppure un rinvio a giudizio", ha scritto in un suo editoriale. Ma il vero acme è stato raggiunto solo oggi. Nell'edizione del 27 aprile del Fatto Travaglio punta il dito proprio contro tutti, tranne uno: "Un governo con un partito guidato da un pregiudicato (Fi), uno da un imputato (Lega) e uno da un indagato (Iv) meno si avvicina alla giustizia e meglio è per tutti". Ah sì? Peccato che Renzi sia "indagato" tanto quanto Ciro Grillo.

 

 

Per non parlare poi di Grillo senior. Beppe Grillo nell'ormai lontano nel 1985 venne condannato in Corte d'appello per omicidio colposo e nel 1988 dalla Corte di Cassazione dopo un incidente che provocò alla guida della sua Jeep e in cui persero la vita madre, padre e figlio. "Ha ucciso la mia famiglia, da lui mai nemmeno una parola", ha detto la figlia rimasta orfana Cristina Pozzi, oggi adulta e in cerca della verità su quel tragico evento.

 

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