Otto e Mezzo, diktat di Michele Santoro a Mario Draghi: "Se lo fa, io e Vauro ci incateniamo fuori dalla Rai"
Un ritorno in pompa magna quello di Michele Santoro che nella serata del 26 aprile finisce su La7. Prima l'ospitata a Otto e Mezzo da Lilli Gruber, poi al Tg di La7 da Enrico Mentana. E proprio nel salotto della conduttrice il giornalista non si è risparmiato. Neppure sui Cinque Stelle: "Mi sembra che si siano accomodati alle proprie poltrone, piuttosto che riformare il servizio pubblico”. Fino al Pd. Passando per il governo di Mario Draghi: "Stiamo per costruire un grande ponte verso il futuro con 248 miliardi di euro ma a Roma non riusciamo a cremare i morti. In Calabria non si riesce a fare un piano vaccinale degno di questo nome. Quando il ministro della sanità deciderà di andare là e di non muoversi finché non funzionano le cose? Lo Stato che aspetta?".
Spazio alla nostalgia quando la Gruber gli ha domandato se gli mancasse la televisione: "È ovvio che mi manca - ha risposto senza esitare -, è il mio lavoro, e io mi sento ancora capace di fornire qualche contributo. Ma evidentemente un personaggio come sono io, in una situazione dove il conformismo si estende ovunque come una cortina di fumo, è un po' difficile". Comunque "non mi sento un reduce, delle cose le avrei da dire anche oggi". Poi è di nuovo la volta del dito puntato contro il Movimento 5 Stelle e la Rai: "Avrei visto bene Travaglio direttore del TG1, perché così si fanno le rivoluzioni". Finita qui? Neanche per sogno. È infatti alla sua ex casa che va il più duro degli attacchi: "Quando c'ero io, era di gran lunga la più forte sul piano dell'approfondimento. Andavamo in onda io, Gad Lerner, Minoli e Bruno Vespa in seconda serata e facevamo il 70% di share della serata. Hanno smantellato tutto e adesso fanno programmi che fanno l'1% e nemmeno si pongono più il problema". Ma scettico anche sulle scelte del nuovo governo: "Ora vedremo cosa farà Draghi sulla Rai... sento parlare del ritorno di Masi.... se succedesse io e Vauro siamo pronti a incantarci ai cancelli di Viale Mazzini".
Chiuso il passato, ecco che Santoro ha dovuto fare i conti con l'attualità. In particolare con il tanto critcato video di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro, accusato di stupro: "Sono fuori discussione sia le ca*** che ha detto lui sia il suo dolore. Io però voglio capire perché questi ragazzi sono stati sentiti un mese dopo la denuncia della ragazza. Mi risulta che questi ragazzi si sono presentati al primo interrogatorio già con gli avvocati e una versione stabilita. spero non sia vero".