Enrico Mentana, la critica a Mario Draghi: "Recovery Plan? Poca ambizione e assalto alla diligenza, come Giuseppe Conte"
Accolto come salvatore della Patria, ora tutte le critiche sono rivolte a lui: Mario Draghi. Dopo il fuoco amico dei ministri e quello nemico dell'opposizione, ecco che arriva l'appunto di Enrico Mentana. Il direttore del Tg di La7 non ha perso tempo e puntuale su Facebook ha commentato la bozza del Recovery Plan. O meglio, quel poco che è emerso visto che il piano per ricevere i fondi dall'Ue è sconosciuto anche agli stessi membri dell'esecutivo. "Non sono un economista - premette Mentana -, e cerco di capire. Ma anche nella bozza del Pnrr di questo governo ritrovo la mancanza di ambizione che ravvisai nelle linee del precedente, con gli stessi indizi di corsa alla diligenza e il riflesso condizionato di ricostruire quel che è crollato, senza porsi la domanda se non sia il caso di edificare qualcosa di diverso".
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In parole povere la bozza che ha affondato Giuseppe Conte (reo di aver chiesto una task force per redigerla, l'ennesima) non è poi così diversa da quella redatta dal fu banchiere. "Soprattutto - prosegue il giornalista - senza aver discusso sul tema che dovrebbe orientare la ripresa: verso dove? Fu il vizio di fondo dei pomposi Stati Generali del governo scorso, la sfilata delle esigenze e degli interessi. Alla fine - ironia della sorte - le riforme più importanti sono quelle che ci impone l'Europa in cambio dei miliardi: giustizia civile, pubblica amministrazione, codice degli appalti".
A cambiare qualcosa all'interno della bozza è la voce "Inclusione e coesione", il cui saldo rispetto a quello del Conte 2 scende sensibilmente. Mentre per quanto riguarda le riforme che accompagneranno il piano, la novità assoluta è l'annuncio di un ddl per promuovere la concorrenza. Anche le tempistiche del premier non sembrano discostarsi da quelle del suo predecessore. Lo ha detto chiaro e tondo Giorgia Meloni ravvisando "una democrazia sospesa".