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Nicola Porro contro il coprifuoco: "Perché è peggio di una dittatura"

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La conferma del coprifuoco ha ampliato la spaccatura di governo tra quelli che sono stati soprannominati dalla stampa "chiusuristi" e "aperturisti". Di quest'ultima categoria fa sicuramente parte Nicola Porro che sul Giornale critica aspramente l'ultimo Dl Covid, approvato in sede di CdM: "Il governo non ha cancellato il coprifuoco alle 22. Il ministro forzista (liberale?) degli Affari regionali Gelmini cerca di rassicurare dicendo che potrebbero rivederlo anche prima del 31 luglio. Ce lo auguriamo e probabilmente sarà così. Anche se temiamo con Milton Friedman che 'niente è permanente come una misura statale temporanea'. Il danno è fatto" accusa il giornalista.

Il conduttore si mette poi nei panni delle categorie maggiormente colpite dalle norme anti-Covid: "Quale turista, quale agente di viaggi, quale albergo potrà programmare la stagione che sta arrivando? Un po' come quando questo governo chiuse il giorno prima gli impianti sciistici dicendo che si sarebbe magari rivista a marzo la decisione. Sono ancora lì che aspettano" punzecchia il conduttore televisivo e aggiunge che "Il coprifuoco è la più odiosa delle manovre governative". È questo il motivo per cui, secondo Porro, l'hashtag #ioil22nonlovoglio è diventato virale sui social nelle ultime ore. "Il 22 non è solo l'orario del coprifuoco" scrive il conduttore "ma è anche l'anno della marcia su Roma. L'Italietta liberale allora pensò, complice il sovrano, che la marcia non si dovesse fermare. E piano piano, il fascismo come un cancro si insinuò nelle nostre deboli istituzioni".

 

"Nessuno pensa che oggi si stia instaurando una dittatura - prosegue - Ciò che succede è quasi peggio. La politica è talmente fiacca che contro di essa marcia qualsiasi piccolo potere costituito. I magistrati, lo ha scritto benissimo Alessandro Sallusti su queste colonne, fanno i comodi loro e il centrodestra è lì che guarda. E i virologi altrettanto. Hanno dettato l’agenda e la politica non ha il coraggio di assumersi una responsabilità. Porro cita poi un estratto di un articolo di Michele Silenzi: "Nell’era dei big data e della trasparenza, dove sono i dati e le analisi statistiche che provano, in modo che dovrebbe essere incontrovertibile data la rigidità delle misure e la loro incostituzionalità giustificata da uno stato d'eccezione, l’effettiva efficacia (rispetto ai costi assolutamente evidenti e incalcolabili in termini economici, sociali, psicologici, relazionali) del coprifuoco?" si chiede Silenzi e aggiunge "Per giustificare il coprifuoco bisognerebbe dare prova assoluta e incontrovertibile della sua efficacia. Siccome non lo hanno mai fatto, e mai lo faranno, questo sarebbe sufficiente per dimostrarne l’assoluta illegittimità. In Parlamento dovrebbero dare battaglia su questo".

 

 

Nicola Porro è stanco di una misura tanto pesante, quanto dubbia riguardo alla sua efficacia. "Il coprifuoco" dice "rappresenta l'inversione dell'onere della prova sulle nostre libertà. Siamo noi che dobbiamo dimostrare la sua inutilità ai fini del contenimento della pandemia, e non piuttosto il governo a spiegarci quante vite potrebbe salvare. Stanno giocando con le nostre libertà come se fossero a loro disposizione... #ioil22nonlovoglio è un piccolo passo verso una ribellione civile, che non dovrebbe avere etichette politiche, ma essere semplicemente l'urlo disperato di chi non vuole perdere duecento anni di storia occidentale" conclude il vide-direttore de il Giornale. 

 

 

 

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