Alessandro Sallusti attacca Matteo Salvini: "Non può funzionare, così perde il centrodestra"
La Lega è un partito di governo o di opposizione? Alessandro Sallusti non risparmia una durissima critica a Matteo Salvini per l'astensione sul decreto del governo: "Quello che è successo ieri in altri contesti sarebbe il là a una crisi di governo, minimo all'apertura di una verifica formale", scrive nel suo editoriale su Il Giornale. "Che un importante partito di maggioranza, la Lega di Salvini, non voti un importante decreto del governo è un fatto politicamente grave", tuona il direttore.
Sallusti, che peraltro nell'edizione di oggi 22 aprile del Giornale, intervista proprio il leader della Lega, sottolinea che Salvini stesso "ci spiega che lui resta nel governo «per cambiarlo dall'interno», ma è una spiegazione vera solo in parte perché Draghi la sua ricetta sulle chiusure - che già teneva conto delle giuste istanze leghiste - non l'ha cambiata. Quindi la mossa del leader del Carroccio non ha alcun effetto pratico, ma solo propagandistico", affonda Sallusti.
Ma le bordate al leader della Lega non finiscono qui: "Salvini deve governare sì - così ha deciso - ma anche non lasciare spazio all'unico partito di opposizione, quei Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni che settimane dopo settimane gli rosicchia consensi cavalcando la protesta. Ma se ha una logica che un partito di opposizione appoggi quei provvedimenti della maggioranza che condivide, meno comprensibile è che un partito di maggioranza scelga di fiore in fiore in base alla convenienza".
Insomma, conclude Sallusti: "Così non può funzionare" perché "tenere i piedi in due scarpe non porta alcun beneficio né in termini politici (l'affidabilità in politica è importante) né elettorali (sei comunque complice delle scelte impopolari)". Di più. "Io non penso che il governo Draghi sia indebolito da questo colpo di scena. A indebolirsi è il centrodestra i cui tre soci, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia sulla stessa cosa ieri hanno votato in tre modi diversi (favorevole, astensione e contrario). Non è così che si può immaginare di costruire una alternativa credibile alla sinistra".