Marco Travaglio diventa garantista per Beppe Grillo: "Fa ribrezzo chi lo attacca, non c'è nemmeno una sentenza"

mercoledì 21 aprile 2021
Marco Travaglio

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Il manettaro Marco Travaglio se si tratta di Beppe Grillo o del Movimento 5 stelle diventa subito garantista. Il direttore de Il Fatto Quotidiano nel suo editoriale di oggi 21 aprile si è schierato dalla parte dell'Elevato in merito alla vicenda del presunto stupro di gruppo che vede coinvolto suo figlio Ciro e ha attaccato tutti quelli che si sono indignati per le frasi del comico genovese nel suo video-arringa.

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Secondo Travaglio Beppe Grillo innanzitutto non ha sbagliato nel prendere le difese di suo figlio. "Ho vissuto per anni nell’incubo che potesse accadere qualcosa ai miei figli in una serata alcolica. Fanno ribrezzo quanti, col ditino alzato, deplorano la rabbia di Beppe: vorrei vedere loro, al suo posto", ha scritto sul Fatto. E ha quindi invitato tutti ad aspettare il gup che sarà chiamato a decidere se Ciro e i suoi tre amici dovranno essere processati e successivamente se l'eventuale stupro sarà confermato: "Invece tutti parlano come se lo stupro fosse già certo, senza non dico una sentenza, ma neppure un rinvio a giudizio".

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Insomma, è "demenziale" per Travaglio infilare la politica in un ipotetico processo per stupro. Anche perché secondo Grillo e la moglie Parvin vi sarebbe un video che dimostrerebbe la consensualità della ragazza. "E la tesi difensiva, noi, che il filmato e i messaggi non li abbiamo visti, non abbiamo nulla da dire sul punto. Se non che gli indagati hanno il diritto di difendersi e i loro genitori di difenderli".

Ha però commesso due errori Grillo, secondo il direttore del Fatto. Il primo è aver fatto intendere che l'eventuale consensualità del rapporto sessuale sia dimostrata dal ritardo di 8 giorni con cui la ragazza ha sporto denuncia: "A volte possono passare anche mesi, e giustamente la nuova legge del 'Codice rosso' (firmata dal 'suo' ministro Bonafede e dalla Bongiorno) ha raddoppiato i tempi per le querele da 6 mesi a 1 anno". Il secondo sbaglio è non aver espresso alcuna vicinanza alla ragazza che in ogni caso si sente vittima: "Potrebbe esserlo, come pure non esserlo: alcune denunce di stupro si rivelano fondate e altre infondate".

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