Beppe Grillo difende il figlio Ciro: "Non è uno stupro". Ma i pm: "Ragazza afferrata per i capelli, costretta a bere e rapporti di gruppo"
"Non c'è stato alcuno stupro". Con questa frase Beppe Grillo si è scagliato in difesa del figlio Ciro, accusato di violenza sessuale insieme ad altri suoi tre amici genovesi nei confronti di una ragazza italo-svedese conosciuta in Sardegna a Porto Cervo nell'estate del 2019. Il fondatore del Movimento 5 Stelle ha preso posizione pubblicando un video sui social e appellandosi al fatto che il figlio e gli amici non sono stati arrestati nell'immediato. "Perché non lo avete fatto?", si chiede per poi rispondersi: "Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c'è stato alcuno stupro. Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia... Vi è sembrato strano. Bene, è strano".
Non lo è per gli inquirenti che rigettano la difesa dei giovani, irremovibili sulla consapevolezza della ragazza. "Sarebbe stata afferrata per i capelli per bere mezzo litro di vodka e costretta ad avere rapporti di gruppo", si legge negli atti depositati dalla Procura. Proprio in questi giorni - probabilmente entro la settimana - i magistrati potrebbero chiedere al giudice per le indagini preliminari il rinvio a giudizio, cioè il processo. Per la Procura infatti non fu "sesso consenziente", come invece ribadisce la difesa degli indagati. "Verso le sei del mattino - si leggono in un verbale le dichiarazioni della giovane - mentre R. M. (l'amica della vittima ndr) dormiva".Insomma, per i magistrati la ragazza è "stata costretta" ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box doccia del bagno, con uno dei ragazzi. "Gli altri tre indagati hanno assistito senza partecipare". Ma la violenza non sarebbe terminata lì. Gli indagati" l'avrebbero costretta ad avere "cinque o sei rapporti sessuali". Un'accusa che se vera potrebbe costare caro a Ciro Grillo e gli amici.