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Non è l'Arena, Vauro tira fuori la tessera del Partito comunista e la meloniana Colosimo lo zittisce: "La sa una cosa?"

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Nomine politiche e interessi personali scandalizzano Vauro Senesi. A Non è l'Arena su La7 Massimo Giletti parla dello scandalo di Allumiere, un concorso pubblico-farsa in Regione Lazio "teleguidato" dalla politica, e il vignettista del Fatto quotidiano esplode: "Siamo nella Repubblica di Allumiere, i partiti non sono più organizzazioni politiche ma macchine clientelari potentissime. Non decidono solo le nomine di qualche funzionario di Allumiere, ma le nomine in Rai e i manager, e tutto con lo stesso criterio nepotista e clientelare, questa è la morte della politica".

 

 

 

 

Poi il gesto a sorpresa: "Voglio fare una cosa commovente, forse lei si commuoverà meno", annuncia Vauro, rivolgendosi a Chiara Colosimo, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d'Italia in studio insieme a lui. Quindi, dal taschino estrae una tessera del Partito comunista italiano: "È del 1955, il mio anno di nascita, ed è di un ambulante genovese. Ogni mese pagava 50 lire del suo presumo scarso compenso, non per piazzare suo figlio o suo cognato o se stesso ma per un ideale ed era disposto al sacrificio anche economico, suo. Non cercava prebende, ma passione e idealità, voleva cambiare questo paese". 

 

 

 

La tessera non è casuale e l'assunto, anche se Vauro glissa, è chiaro: a sinistra stanno (o stavano) i valori, tutto il resto dell'arco costituzionale era (ed è) mercimonio politico. Ma la meloniana Colosimo non abbocca alla "provocazione": "Vauro, la sorprenderò ma io mi commuovo anche se quello non è il mio partito. L'idea dovrebbe guidare le nostre gambe. Purtroppo non è più così, ma io provo a farlo, alcuni provano a farlo".

 

 


 

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