Fabrizio Corona scarcerato, svolta a tempo record. E lui reagisce così: subito altri brividi
Fabrizio Corona fuori dal carcere. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano gli ha concesso la detenzione domiciliare su richiesta degli avvocati difensori Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra, che avevano sollevato questioni sullo stato di salute mentale dell’ex re dei paparazzi e avevano sostenuto la necessità che potesse proseguire il percorso di cure fuori dal carcere. "È stata la cosa giusta da fare. Sono felicissima, non vedo l’ora di riabbracciarlo", ha detto la madre Gabriella Privitera. Intanto tra le storie di Corona su Instagram è comparso un video in cui la mamma prepara da mangiare per il figlio, dicendo: "Tra un po' arriva". Mentre tra i post è stata pubblicata una citazione dello scrittore russo Fedor Dostoevskij che alla fine recita: "In me è rimasto il cuore, e quella carne e quel sangue che ancora possono amare, soffrire, desiderare e ricordare, e in fondo anche questa è vita!".
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La mamma di Corona si era fatta sentire nelle ultime settimane per chiedere i domiciliari per il figlio. Era preoccupata perché Corona ha spesso minacciato il suicidio. Quando seppe di dover tornare in carcere, per esempio, si tagliò i polsi e postò il video sui suoi social. Il trasferimento nell'istituto penitenziario di Monza è avvenuto lo scorso 22 marzo, dopo il ricovero di una decina di giorni nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano. Vista la reazione dell'ex fotografo era stato scelto il carcere di Monza perché provvisto di un’apposita sezione con osservazione psichiatrica per i detenuti.
Fabrizio Corona, tra l'altro, non si era solo fatto del male a livello fisico, aveva iniziato anche un duro sciopero della fame. Proprio per questo, i suoi legali si erano detti molto preoccupati per la sua salute nei giorni scorsi. Per Corona si è fatto sentire qualcuno anche dal mondo dello spettacolo. Adriano Celentano, per esempio, gli ha scritto delle lettere in cui lo difende. In una dice: "Un giudice non può essere schiavo delle proprie antipatie personali".
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