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Matteo Bassetti su Johnson & Johnson: "Un errore mortale". C'è dietro una manina sporca? Cosa proprio non torna

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"Un errore mortale". Lo definisce così Matteo Bassetti il rischio a cui l'Italia può andare incontro se sospende la somministrazione di Johnson & Johnson. Il governo ha infatti deciso di prendere tempo dopo che gli Stati Uniti hanno lanciato l'allarme sulle trombosi sospette post-vaccino, proprio come AstraZeneca. "Abbiamo fatto oggi una riunione con i nostri scienziati e l'Aifa e siamo in collegamento con l'Ema: valuteremo nei prossimi giorni, appena Ema e gli Usa ci daranno notizie più definitive, quale sarà la strada migliore ma io penso che anche questo vaccino dovrà essere utilizzato perché è un vaccino importante", ha detto Roberto Speranza.

 

 

Ma a tranquillizzare il ministro della Salute ci pensa l'infettivologo del San Martino di Genova in collegamento con Tagadà: "Negli Stati Uniti ci sono stati sei casi di eventi trombotici rari, di cui uno mortale, su circa 7 milioni di vaccinati". In soldoni, un rischio "inferiore allo 0,000001 per cento". Secondo Bassetti, intervenuto in diretta su La7 da Tiziana Panella, "se noi perdiamo di vista l'obiettivo, abbiamo perso la battaglia in partenza". Il motivo è semplice e sta tutto nelle dosi di vaccino contro il coronavirus disponibili. "Gli Stati Uniti - prosegue - possono permettersi di sospendere J&J perché hanno 400/500 milioni di dosi di Pfizer, di Moderna...Ma noi possiamo permetterci come vecchia Europa di mandare all'aria i due vaccini su cui abbiamo scommesso di più?".

 

 

La risposta è scontata: "No e se lo facciamo commetteremmo un errore mortale, nel vero senso della parola. Un peccato capitale". L'infettivologo nutre contrarietà anche sugli effetti collaterali, a suo dire, "esageratamente messi in luce". Perché - è la sua conclusione - "va bene la trasparenza ma stiamo perdendo di vista l'obiettivo". Nulla di diverso da quanto già ampiamente denunciato a CartaBianca, dove Bassetti si era lasciato andare anche a un sospetto: "Non vorrei che dietro questa decisione ci fosse una guerra commerciale".

 

 

 

 

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